La strage di turisti in Egitto: «Ci hanno bombardato 5 volte»

18/09/2015 di Redazione

Una turista messicana sopravvissuta agli attacchi dell’esercito egiziano, racconta che il suo gruppo è stato bombardato «per errore» per cinque volte nel corso di 3 lunghissime ore.

egittoLA VERSIONE D’EGITTO –

La versione egiziana dice che i turisti massacrati dall’esercito, 12, tra i quali 8 messicani, non avevano il permesso per stare nella zona e per questo non è colpa di nessuno se sono stati uccisi perché scambiati per jihadisti. Poi il governo ha promesso collaborazione per un’indagine come si deve al Messico e l’esercito ha detto che comunque la strage è competenza del ministero del turismo e si è chiuso nel silenzio. Silenzio rafforzato dalla censura militare, calata su media egiziani.

IL RACCONTO DELLA SOPRAVVISSUTA –

Censura che però fuori dal paese non vale e così Susana Calderon, messicana e tra i sei sopravvissuti alla strage, ha potuto raccontare l’incredibile storia che l’ha vista protagonista insieme ai compagni di viaggio. La comitiva, autorizzata senza dubbio a percorrere l’itinerario da documenti esibiti in rete dall’agenzia che accompagna i turisti in queste gite nel deserto, è stata bombardata per ben 5 volte, anche dopo che i soldati a terra hanno cercato per due volte di fermarli perché ormai avevano compreso l’errore. Erano in 22 fermi per ristorarsi presso un’oasi e pure accompagnati da un poliziotto, quando sono stati prima colpiti dal fuoco degli aerei e poi, mentre scappavano, da quello di truppe a terra. 3 ore da incubo.

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UNA STRAGE CHE APPARE EVITABILE –

Un errore che ci han messo 3 ore a comprendere, durante le quali la signora Calderon e i suoi compagni di viaggio sono stati bombardati più volte. La signora è stata ricoverata al Cairo con un braccio ferito e una gamba paralizzata, che dicono guarirà, e ha perso il marito, morto poco dopo l’attacco a causa delle gravissime ferite. Lei e gli altri 5 sopravvissuti sono poi stati imbarcati sull’aereo messo a disposizione del presidente messicano e stanno tornando verso casa accompagnati dai parenti e dal ministro degli Esteri Claudia Ruiz Massieu.

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