Strage alla Mecca, colpa dei pellegrini

Il ministro della sanità saudita, Khalid al-Falih, ha detto che l’inchiesta sulla strage di ieri alla Mecca sarà rapida, ma che il disastro sembra essere stato provocato dai pellegrini che non hanno seguito le istruzioni delle autorità.

Una vista dall'alto della zona nella quale si è verificata la tragedia  (Photo credit MOHAMMED AL-SHAIKH/AFP/Getty Images)
Una vista dall’alto della zona nella quale si è verificata la tragedia (Photo credit MOHAMMED AL-SHAIKH/AFP/Getty Images)

 UNA STRAGE CON POCHI PRECEDENTI ALLA MECCA –

È stato il più grave incidente del genere dal 1990, quello che nella località di Mina ha provocato la morte di 717 persone e il ferimento di altre 863. Una strage provocata dalla folla che ha cominciato a muoversi finendo su un gruppo di altri pellegrini che invece riposava a terra.

LA MOLTIPLICAZIONE DEI PELLEGRINI –

La strage si è verificata in una spianata nella quale sono state costruite oltre centomila tende in fibra di vetro ricoperta di teflon, che hanno sostituito le più semplici tende in cotone che c’erano fino al 1997 e che si erano rivelate straordinariamente sensibili dal fuoco. Ora c’è un sistema antincendio modernissimo e anche i rifiuti sono risucchiati e portati lontano da un sistema pneumatico, ma le tende, costruite per ospitare i pellegrini più poveri possono ospitare una mare di persone, che poi è destinato a muoversi in massa lungo il percorso liturgico che devono percorrere i fedeli convenuti per l’Haji, che si concentra in una sola settimana all’anno.

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LA FOLLA NON SI FERMA –

La capacità d’accoglienza della zona è stata moltiplicata a dismisura dai sauditi, che ogni anno incassano più di otto miliardi di dollari dai pellegrini, al punto che attorno alla sacra moschea, come ai tre pilastri che rappresentano il diavolo da lapidare, sono stati costruiti complessi percorsi a più livelli per permettere di smaltire folle che altrimenti impiegherebbero anni a terminare il cammino rituale. Un gigantismo che si avvale di strumenti modernissimi per controllare la sicurezza, ma nessun dispositivo sembra ancora in grado di prevenire questo tipo d’incidenti, perché quando la folla si mette in movimento diventa inarrestabile e chi si ferma è perduto.

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