Perché i due condannati per la strage di Piazza della Loggia non si faranno un anno di carcere (per ora)

Ieri la Corte d’Assise d’appello ha condannato Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte all’ergastolo per la strage di piazza della Loggia a Brescia. In molti hanno criticato la lentezza (41 anni) con cui si è arrivati a una conclusione su una delle pagine più buie degli anni di piombo in Italia. In tanti hanno tirato un sospiro di sollievo per la pena. Invano. Già, perché, secondo quanto si apprende da ambienti giudiziari, la procura di Milano non avrebbe intenzione di chiedere misure cautelari per l’ex ispettore di Ordine Nuovo e l’ex fonte ‘Tritone’ dei servizi segreti. Così, i due condannati di ieri, risultano ancora in stato di libertà.

 

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Piazza della Loggia, Brescia. Archivio Ansa

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STRAGE PIAZZA DELLA LOGGIA: LIBERI TUTTI –

Qualora il sostituto pg Maria Grazia Omboni non presentasse l’istanza, i due imputati rimarrebbero a piede libero fino alla conferma della condanna in Cassazione. Maggi si trova nella sua casa di Venezia, da tempo ammalato, tanto che i suoi legali avevano chiesto, senza ottenere nulla, una sospensione del dibattimento per l’incapacità di stare in giudizio. Tramonte, invece, in un’occasione si era presentato in aula e vive nel Bresciano. Ancora una volta non si arriva alla parola fine per quel 28 maggio 1974 dove a Brescia, durante una manifestazione antifascista indetta dai sindacati e dal Comitato Antifascista, morirono otto persone. Anche perché, con due persone condannate e anziane, quali sarebbero i pericoli di fuga e i più improbabili (oramai) pericoli di inquinamento probatorio e reiterazione del reato?

STRAGE PIAZZA DELLA LOGGIA: IL RISARCIMENTO MA… –

La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha disposto un risarcimento complessivo di oltre quattro milioni e mezzo di euro a favore dei familiari delle vittime e delle persone che rimasero ferite a causa dell’attentato. Risarcimenti simbolici perché i due imputati, ormai anziani, non avrebbero le disponibilità economiche per farvi fronte, anche se la sentenza passasse in giudicato con la decisione della Cassazione. Maurizio Tramonte, l’ex Fonte Tritone, si ritiene ancora innocente e vittima di calunnie. Il suo legale, l’avvocato Marco Agosti, ha ribadito: «Tramonte ha detto di aver calunniato delle persone (prima della sua ritrattazione – ndr) e ora si sente come se per questa sua condotta debba pagare per fatti in relazione ai quali è innocente».

Tutto fermo quindi, fino al prossimo ricorso. E giudizio: l’ultimo.

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