Sporting Locri: «Ci stanno rubando un sogno ma vogliamo tornare in campo»

«Maledetti». Rossana Rovito, ruolo laterale sinistro, ha 21 anni e tanta rabbia in corpo: quell’espressione è la prima che le viene in mente, spontanea, immediata. La sua Sporting Locri non c’è più, uccisa dalle minacce, dagli avvertimenti, dalle intimidazioni: «Quando mi hanno telefonato per dirmi che avrebbero ritirato la squadra non ho detto una parola, non ci sono riuscita. Sono rimasta pietrificata. È stato come se il mondo mi crollasse a dosso, mi sono messa a piangere ed ho pensato che ci avevano rubato un sogno» racconta oggi in un’intervista a Repubblica.

Sporting Locri
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Non ci sono più tutti i sacrifici, le ore di allenamento passate fianco a fianco con le compagne di squadra e quelle di studio perse. Alla domanda Perché prendersela con una squadra di calcetto femminile? sembra non esserci risposta:

«Dopo le prime lettere abbiamo iniziato ad avere paura. Più che altro eravamo smarrite perché non riuscivamo a darci una spiegazione logica. Ci sembrava tutto quasi surreale. […] Nel nostro ambiente non è che girano soldi o chissà quali interessi. È solo calcio a cinque, parliamo di bilanci irrisori. Veramente non capiamo le ragioni di tutto questo. […] Da queste parti non c’è nulla da fare per i ragazzi e le ragazze e il calcio è una delle poche cose belle»

La voglia di tornare in campo è tanta:

«Ora non so bene cosa aspettarmi, ma io non voglio mollare, anzi posso dire che nessuno di noi vuole mollare. Io spero che le istituzioni stiano vicino ai nostri dirigenti, che li proteggano e che li incoraggiano ad andare avanti perché lo Sporting e il calcio sono una cosa bella, pulita. […] Speriamo di tornare in campo contro la Lazio, domenica 10, sarebbe bellissimo. Ho sognato il palazzetto dello sport di Locri pieno di gente».

Photocredit copertina facebook.com/Sporting-Locri

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