Venezia 75: The Mountain, Jeff Goldblum in conferenza stampa “Rick è un genio”

30/08/2018 di Redazione

The Mountain, diretto da Rick Alverson con Jeff Goldblum e Tye Sheridan, è stato presentato oggi in conferenza stampa a Venezia 75: ecco il resoconto.

In concorso a Venezia 75 e proiettato ieri in anteprima mondiale, The Mountain è il nuovo film di Rick Alverson. Il regista di Entertainment (2015) porta nelle sale il racconto della storia del giovane Andy, che si trova a lavorare con il Dr. Wallace Fiennes, specializzato lobotomie e terapie psichiatriche. Il regista insieme agli attori Tye Sheridan, Jeff GoldblumHannah Gross, Sarah Murphy e i produttori hanno presentato la pellicola in conferenza stampa.

Venezia 75 | Conferenza stampa di The Mountain

Venezia 75 : The Mountain, Jeff Goldblum "Rick è un genio"
Venezia 75 | Hannah Gross e Jeff Goldblum in conferenza stampa per The Mountain

Abbiamo definito questo film utopistico. Puoi elaborare un po’ questo pensiero?
RICK ALVERSON a Venezia 75: “Penso che in generale abbiamo una società eccessivamente nerd, utopistica e privilegiata, più funzionale ad ispirare modelli sbagliati, più incline a privare la popolazione, e la società privilegiata sta diventando un cancro, l’abbiamo visto al cinema più volte in questa porzione di tempo, di cinema d’ispirazione che non conosce limitazioni o confini, che sono indispensabili per vivere in maniera responsabile e penso che il film si muove su questo.”
Jeff, hai qualcosa di aggiungere su questo?
JEFF GOLDBLUM a Venezia 75: “Sì, grazie, sono interessato in quanto ha detto Rick, lo rispetto molto e penso che sia un genio e questo sia un film brillante e poetico, ma ho incontrato molte forme patetiche di idioti e voglio che si sappia di cosa stiamo parlando e io cerco di rispondere a quella domanda mentre mi stavo preparando e mentre lo stavo facendo e quando l’ho visto ho pensato che ne avremmo parlato e ho pensato di più a questo. Per me, in linea con ciò che hai detto, è una scoperta, ma amo l’idea del sogno utopistico particolarmente umano e più particolarmente americano in questi elementi fuorvianti come abbiamo visto in ‘Morte di un commesso viaggiatore’, in cui la cultura porta a un eccesso di ambizione alla notorietà, alle attenzioni, glamour e fantasie deluse in una proporzione eccessiva. Abbiamo visto come può finire molto male e in questo film, anche se lui avanza dalla professione medica, uno degli errori più barbarici con la lobotomia e queste soluzioni di tipo innaturale e inorganiche, non basate sui fatti, e poi quando si sovrappone alle vittime di questa fantasia nel regno di un’aspirazione spirituale e nella particolare variazione americana, nella sua versione anni ’50, sono molto provocato e infiammato da tutto questo, è una cosa importante e per tutti. E così mi piacerebbe parlarne di più e sentire parlare di più di queste cose.”
Continua nella pagina successiva…

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