Venezia 75, La Favorita: Recensione del film di Yorgos Lanthimos

Dopo aver incantato Cannes il regista greco Yorgos Lanthimos lo fa anche a Venezia 75 raggiungendo la maturità artistica con “La Favorita”. Nel cast un trio di donne incredibile con Olivia Colman a guidare Emma Stone e Rachel Weisz. La nostra recensione.

Yorgos Lanthimos cambia completamente pelle dopo “The Lobster” e “Il Sacrificio del cervo sacro” sacrificando qualcosa della sua poetica cinematografica per abbracciare un linguaggio di più facile comprensione che ha incantato Venezia 75 (l’incontro con i protagonisti del film). “La Favorita” è la commedia perfetta, un’opera in cui la regia di questo cineasta riesce a mettere in mostra lo straordinario talento di tre donne che prima di tutto sono immense interpreti della settima arte. Olivia Colman porta sullo schermo una delle regine più intense, cattive, ironiche e spietate della storia, ma non sarebbe potuta esistere senza poter brillare della luce riflessa di Emma Stone e Rachel Weisz che ne rappresentano l’ideale completamento.
Il poster ufficiale de La Favorita

La Favorita recensione | Tre donne tra spietate e divertenti

Sin dall’inizio capiamo subito che il personaggio della regina Anna è insicuro, quasi bambinesco mentre Lady Sarah riesce ad approfittarsi di lei dandole quella sicurezza che le permette di avere in mano i momenti chiave del regno. Una storia di donne dunque, in cui si inserisce anche molto bene un elemento quasi thriller legato alla politica di palazzo. La Abigail di Emma Stone rappresenta il classico punto di svolta che va a cambiare lo status quo sconvolgendo la vita di corte. Un personaggio unico nella carriera della premio Oscar di La La Land quello della cugina arrivista pronta a tutto per scalzare lady Sarah dalla posizione de “La Favorita” della regina. Una Emma Stone tanto spietata e cinica non l’avevamo mai vista, a riprova di come ci siano alcune attrici che hanno un fuoco sacro della recitazione all’interno che le porta nelle stesse due ore di un film a sfumare in mille modi il loro personaggio.

Emma Stone in una delle scene più “particolari” della sua carriera ne “La Favorita”

La Favorita recensione – Uomini pedine tra manipolazioni e amori

Una relazione molto intima quella tra Anna e le due donne, sul cui equilibrio si giocheranno i destini della corte d’Inghilterra. La vicenda politica però fa da sfondo senza mai oscurare la grandezza delle tre interpreti, con l’inserimento solo marginale in alcuni momenti di figure maschili, che mai come in questo caso diventano oggetto e pedine in mano a queste donne spietate e crudeli. La regina Anna di Olivia Colman è molto diversa da quelle viste in passato nel mondo del cinema, ironica probabilmente come la Judi Dench di “Vittoria e Abdul” è però debole è succube delle persone a lei vicine come poche altre volte c’era capitato di vedere in passato e proprio per questo l’interpretazione eclettica della prossima protagonista di “The Crown” è destinata a restare impressa negli spettatori. Un amore quello tra le tre donne che più che un triangolo saffico è un incrocio di passioni e personalità che si mescolano in un cocktail che trascinerà lo spettatore dall’inizio alla fine con un ritmo costante che in alcuni frangenti era mancato nei primi lavori del cineasta greco. Lo stimolo continuerà nello scoprire chi davvero è in grado di amare e chi di manipolare in questo gioco spietato per il ruolo de “La Favorita” della regina Anna.

Prova molto intensa di Emma Stone ne “La Favorita”

La Favorita recensione – Dialoghi e regia regali per Lanthimos

La grandezza de “La Favorita” è in dei dialoghi perfetti in ogni battuta, ma soprattutto anche durante i silenzi durante i quali in ogni sguardo grazie al quale le tre interpreti riescono ad emozionare e divertire lo spettatore. Ai costumi da Oscar e le scenografie regali fanno da contrasto un linguaggio e delle situazioni che si addirebbero di più a delle cortigiane piuttosto che ad una regina e le sue due più vicine collaboratrici. Da applausi anche l’idea di Yorgos Lanthimos di esaltare gli ambienti di palazzo ne “La Favorita” con un uso smodato del guardandolo e una fotografia in grado di esaltare i colori più scuri, quasi a voler trasmettere questo senso di mistero e crudeltà per quanto accade nella storia.

Rachel Weisz e Olivia Colman coppia meravigliosa ne “La Favorita”

 

La Favorita recensione – La maturità artistica senza sconfessare sé stesso

Quella portata sullo schermo più che una commedia nera birtish in alcuni tratti sembra quasi una piece teatrale da tragedia greca. In questo gioco spicca la figura divina di Olivia Colman, che con la sua capacità quasi isterica di cambiare toni sembra quasi far rimarcare il lato più animale e istintivo del carattere umano. Yorgos Lanthimos con “La Favorita” da una svolta decisiva ed attesa al suo cinema, che magari non piacerà ad una ristretta cerchia di cinefili ma rappresenta sicuramente la sua consacrazione ad una maturità artistica che non gli ha tolto quei tratti con substrati filosofici, che lo rendono uno dei pochi veri grandi autori del cinema contemporaneo.
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