Da Venezia a Roma: Esercenti vs Netflix alla presentazione “Non rispettano accordo”, il programma
12/09/2018 di Redazione
Dopo Venezia 75 gli esercenti e gli autori prendono posizione per tutelarsi contro Netflix: ecco cosa è stato detto ieri in conferenza stampa durante la presentazione di “Da Venezia a Roma”.
Da Venezia a Roma | La posizione degli autori “Festival fatto con soldi pubblici”
Francesco Ranieri Martinotti presidente dell’ANAC ha espresso il suo punto di vista durante “Da Venezia a Roma” rammaricandosi della divisione tra Venezia e Cannes sul caso Netflix:
“Dieci minuti fa ho detto che è stato un concorso bellissimo e che film migliori sono Roma e i film dei Cohen: è cinema. La questione è un’altra: nel nostro comunicato abbiamo detto che il peccato è che sulla questione non ci sia una posizione comune in Europa, perché Cannes fa una scelta e Venezia ne fa un’altra. È un peccato perché noi diciamo che a Cannes questi tre film che erano Cohen, Roma e il film norvegese erano stati rifiutati dal concorso, gli avevano detto che li avrebbero presi senza metterli in concorso, ma in una sezione a parte, come fu fatto per The Young Pope o per L’Amica Geniale a Venezia. Li mettiamo in una sezione a parte, dicono questo perché nello statuto c’è un sistema che è stato costruito che diceva di prendere in concorso dei film che hannoun’uscita in sala e nella policy di Netflix c’è quella di non fare uscire i film nelle sale”
Poi arriva l’attacco frontale a Netflix dato che i soldi con cui viene finanziata la Mostra sono pubblici e ad esempio il pubblico di “Da Venezia a Roma” non potrà fruire di questi due film:
“Il punto è che abbiamo dovuto contraddire la posizione dell’altro festival perché abbiamo detto: perché questi signori vogliono portare i film a Venezia? Vogliono mettere nella loro lista il loghetto o di Cannes o di Venezia. Noi diciamo che il loghetto di Venezia non è il logo della Coca-cola, è un logo che appartiene agli spettatori italiani perché è il frutto di Venezia 75, finanziata con i soldi pubblici. Se uno spettatore italiano vuole vedere un film che ha il marchio d’eccellenza dovrebbe avere la possibilità di vederselo vicino casa e non doversi abbonare a un servizio streaming come quello di Netflix che non paga le tasse e non paga il diritto d’autore e sta facendo una politica che sta mettendo in crisi un sistema sul quale ancora è basato il cinema italiano, perché la legge cinema ha stanziato dei soldi per valorizzare le sale, se da una parte lo stato che investe per valorizzarle da una parte la mostra che è amplificatore di questo è una contraddizione e abbiamo chiesto nel nostro documento che il ministero della cultura ponga delle regole, perché al momento c’è una totale deregulation e così vince il più forte.”
Il presidente degli autori ribadisce di non essere contrario al Leone d’Oro a Netflix e ha ribadito anche in occasione di “Da Venezia a Roma” che questa è una fake news promossa dalla stampa:
“E soprattutto non essendoci le regole la prima è quella che chi fa utile deve pagare le tasse. Questa è la nostra posizione, non abbiamo nulla contro Netflix, non siamo passatisti, non pensiamo che il cinema sia solo quello che viene visto sul grande schermo, questa è una trappola sulla quale ci hanno voluto infilare, ieri ho fatto una dichiarazione ai telegiornali e la prima domanda che mi facevano era ‘Ma è vero che voi siete contrari al Leone D’oro a Netflix?’ non è questo, non abbiamo scritto questo.”
Da Venezia a Roma – La posizione degli esercenti “Non siamo giurassici, difendiamo impresa”
Piera Bernaschi ha confermato durante l’evento “Da Venezia a Roma” che gli esercenti sono favorevoli al dialogo con Netflix, a patto che l’apertura sia reciproca come per altri colossi quali Amazon e Tim Vision:
“La posizione degli esercenti non è contraria, siamo favorevoli al dialogo. Noi contestiamo il metodo, non il mezzo. Noi vogliamo che in assoluzioni e decisioni che ci coinvolgono siamo interpellati, rivendicare il nostro diritto di decidere dove, come e perché. C’è un accordo tra esercizio, distribuzione e produzione su uscite e questo accordo è stato disatteso, ma ci sono colossi americani come Amazon Video e Tim Vision che lo rispettano, chiediamo altrettanto a Netflix, che non solo non paga le tasse ma non investe neanche nel tessuto industriale del nostro paese e questo potrebbe portare nel medio e lungo periodo ad una crisi del sistema sala così come è inteso nel nostro paese preso a modello in altri paesi europei, ma la stessa enumerazione dell’opera cinematografica così come è globalmente intesa viene messa a rischio.”
Il vero problema per gli esercenti è anche economico, con la volontà di corrispondere a Netflix una percentuale seppur differente rispetto alla media di mercato:
“Quindi è chiaro che la scelta della mostra di Venezia va a vantaggio di Netflix. Chi è favorevole o meno, comunque se ne parla. È chiaro che la nostra posizione non può che essere netta, e dire ‘bene, facciamolo anche, ci sediamo su un tavolo, trattiamo, chiediamo X percentuale di noleggio, non certo il 50% che prendiamo noi, noi siamo aperti a tutti gli eventi speciali.Vi ricordo De Andrè, Van Gogh, eventi che sono stati replicati perché il pubblico voleva vedere quel tipo di prodotto. Non siamo giurassici come ci è stato detto, dobbiamo difendere le nostre imprese. Il valore della sala al livello culturale è imprescindibile, ma ce ne saranno sempre di meno se non riusciamo a difendere i nostri investimenti e le nostre occupazioni, non dimentichiamo che paghiamo le tasse nel nostro paese. Non vedrete i film Netflix nella rassegna Roma per decisione nostra in linea con quelle che sono state le decisioni anche della nazionale e delle associazioni di categoria.”
Dunque non ci sarà Roma di Alfonso Cuaron in programmazione, con il Leone d’Oro che non sarà riproposto per il secondo anno consecutivo durante “Da Venezia a Roma”. Assente anche La Ballata di Buster Scruggs dei Coen, altro prodotto Netflix, e La Favorita di Yorgos Lanthimos che uscirà con FOX soltanto a gennaio.
Il programma completo di “Da Venezia a Roma”.
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