Tredici 2: Recensione – Il ritorno di Hannah Baker tra luci ed ombre

Tredici 2 era una serie molto attesa per i tanti rischi di Netflix di riaprire una narrazione conclusa nella prima, ma alla fine possiamo dire che l’obiettivo è riuscito. La recensione in anteprima.

Il finale della prima stagione di Tredici era meraviglioso, così come le tante domande le cui risposte l venivano lasciate all’immaginazione dello spettatore. Brian Yorkey era riuscito a realizzare una serie teen come non la si vedeva da anni, un gioiellino di recitazione e stroardinariamente attuale. Il grande vantaggio però è che Tredici era basato sul romanzo best seller di Jay Asher, mentre qui lo showrunner deve vedersela da solo.
Il poster di Tredici 2

La prima sensazione sin dall’episodio uno è che Tredici 2 sarà molto più fanservice della prima, con l’obiettivo di dire ai fan e di mostrarci quel che vogliamo vedere. Se nella prima stagione c’erano tredici cassette stavolta vengono sostituite dalle deposizioni in tribunale per la causa dei Baker contro la scuola, con dei flashback che per ognuno dei testimoni/accusati permettono di mostrare il loro rapporto con Hannah Baker permettendo anche il ritorno di Katherine Langford. Lei è ancora una volta fantastica, personaggio catalizzante di tutto in un cast comunque assolutamente adeguato e sugli schudi. Ad ogni deposizione arriveranno nuovi dubbi per scoprire chi dica la verità è chi  no.
Nuovi segreti oscuri emergono in Tredici 2

Il vero flop è l’inserimento delle polaroid quasi in modo forzato, un indizio in più che sposta l’attenzione per il modo in cui viene portato avanti quasi a voler per forza ricopiare le cassette. Il limite di Tredici 2 non è tanto nella caratterizzazione dei personaggi, nella cui oscurità siamo spinti dalle arringhe difensive della Liberty High School, ma piuttosto proprio nella resa dei vari snodi narrativi. I dialoghi sono anche semplici e scontati, a volte ripetitivi, ma questo probabilmente perché ci troviamo davanti ad un teen drama.
Bello lo sviluppo dei protagonisti di Tredici

Tredici si conferma, al pari di Stranger Things, il prodotto più fidelizzante di Netflix come dimostrano l’altissimo numero di binge watching della seconda stagione nonostante tutte le varie forzature drammaturgiche. I protagonisti hanno un evoluzione davvero interessante, basti pensare al personaggio di Tyler e a quello di Alex, per non parlare di Zach. Tutti protagonisti che escono diversi dalle arringhe del tribunale. Clay Jensen (Dylan Minnette) è quello più tormentato, com’è giusto che sia per la morte di Hannah, e la macchina da presa è ottima nel radiografare lo stato d’animo suo e degli altri toccati da questa tragedia. Bryce invece è l’emblema del disgusto per l’umanità, un essere orribile, su cui ha fatto un gran lavoro Justin Prentince.
Tredici

Tredici 2 punta ad ampliare il livello di denuncia non fermandosi al solo bullismo, ma vira verso lo stupro seriale entrando ancora di più in quei meccanismi di potere spietati che si trovano spesso e volentieri nelle “high school americane” dove la condizione sociale, più che un biglietto da visita, è un tatuaggio che ti marchia la pelle. Hannah Baker è presente in ogni episodio, in ogni attimo e l’espediente vicino alla follia per farla dialogare con Clay è decisamente meno azzeccato delle cassette.
Tredici

Se non pensiamo però alla fattibilità narrativa ne esce fuori che Hannah Baker è la vera voce della coscienza di Clay, che senza saperlo arriverà a fare chiarezza e sentirsi libero soltanto quando accetterà il totale amore verso la ragazza. L’amore è una cosa folle e stupida come dimostra questa serie in cui tutti baciano tutti, in cui tutti possono essere stati con tutti ed anche qui  perde tanto, perché è comprensibile l “effetto bueautiful” ma con una rappresentazione tale è la credibilità a non esserci più per un prodotto che si innalza a modello d’esempio.
tredici 13 reasons why
Tredici

Tra clubhouse segreti (non si parla mai del clubhouse, come del fight club) e rivelazioni sconvolgenti saremo chiamati ad entrare in Tredici 2 in un’oscurità diversa, saremo chiamati a commuoverci per una madre distrutta dal dolore che chiede solo giustizia per una famiglia della quale resta soltanto un vestito sporco di sangue. Forse è proprio nella decisione malata di tenere sporca la giacca indossata da Hannah al momento della morte l’emblema di come Tredici 2 sia stato  chiamato ad una prova di maturità, che ha superato con qualche riserva. La madre di Hannah mostra a Clay undici ragioni per cui la figlia voleva continuare a vivere, a voi nonostante tutto ne serviranno meno per continuare questa serie.
Tredici non è solo il dramma dei ragazzi, ma anche di chi ha perso una figlia

Il finale e l’esito del processo sono sconvolgenti e lasciano basiti, oltre che con un velo di commozione specie per due scene in particolare di cui in una c’è l’effetto nostalgico con la bellissima canzone “The night we met”. Un modo forse per dire addio ad Hannah Baker, ma non possiamo esserne sicuri. Tredici 2 sceglie volutamente di andare oltre il dopo Hannah, perché in realtà per 12 episodi è quasi un “con Hannah” dato che lei è presente costantemente e attivamente. Il vero dopo Hannah arriva nell’intenso ultimo episodio di Tredici 2 che conferma ancor prima dell’annuncio ufficiale la terza stagione.

Riesco a lasciarti andare e ad amarti lo stesso. Dovunque tu andrai spero saprai che ti amo”


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