The Terror: la paura corre sul ghiaccio (pilot review)
28/03/2018 di Redazione
Vi abbiamo parlato di “The Terror” qualche settimana fa. Amazon Prime ha reso disponibile la serie in contemporanea con gli USA e noi abbiamo visto i primi due episodi.
Una storia di uomini e ghiaccio
La HMS Erebus e la HMS Terror erano le navi più avanzate tecnologicamente dell’epoca. Siamo nella prima metà del 1800 e la sete di conoscenza ed esplorazione, aveva portato l’Inghilterra alla ricerca di nuovi territori per scopi scientifici ma non solo.
Con un equipaggio selezionato e ufficiali di grande esperienza, le due navi salpano verso l’artico per mappare alcune zone allora del tutto sconosciute e la serie TV parte proprio dal settembre 1846, quando il comandante Franklin (Ciaran Hinds), James Fitzjames (Tobias Menzies) contrastati da Francis Crozier (Jared Harris) prendono la decisione di proseguire l’esplorazione pur entrando nel periodo più freddo e quindi ostile dell’anno.
The Terror è una storia di uomini principalmente. Persone costrette dalle decisioni di altri a vivere o morire in una landa ghiacciata e monotona, una distesa che proprio per la sua monotonia diventa alla fine il vero mostro contro cui si trovano a combattere tutti.
Fin dalle prime scene si comprende come l’ambientazione e l’analisi psicologica dei personaggi principali, sarà di fondamentale importanza per comprendere a pieno la bellezza di questa serie TV. In questo The Terror fa dannatamente bene il suo lavoro e personalmente mi ci sono voluti pochi minuti prima di essere completamente avvolto nell’atmosfera di questa serie TV, una sorta di discesa ipnotica che malgrado alcuni momenti complessi, mi ha trascinato attraverso i due episodi senza soluzione di continuità.
A pelle ho subito simpatizzato con Francis Crozier, un capitano di grande esperienza, ormai disilluso da una vita passata all’ombra di Franklin e proprio per questo mal sopportato come comandante della spedizione. Jared Harris è a mio avviso uno dei migliori attori in circolazione e la sua interpretazione maiuscola di Crozier lo ha confermato in pieno.
Una recitazione che ha messo in luce il carattere di un uomo abituato a dividere onori e gloria con altri, prima Ross e poi Franklin, che si trova sempre a prendere le giuste decisioni che gli vengono o rubate o disattese. Proprio la scelta di Franklin di non seguire i consigli dell’esperto Crozier, saranno infatti alla base della tragica fine delle due navi.
Capitani poco coraggiosi
Un’altra ottima interpretazione la fornisce senza dubbio Tobias Menzies che riveste il ruolo non facile di terzo in comando della spedizione: James Fitzjames. L’uomo è il meno esperto degli ufficiali e da subito la competizione e il contrasto con Crozier, fanno da punto nodale dei primi episodi.
Proprio questa immobilità irreale ne acuisce il carattere di sfida e d’avventura e con colpa, deciderà di seguire il suo comandante, Franklin, nell’ottusa decisione di proseguire il viaggio in opposizione all’esperienza di Crozier.
Scene e ambientazioni
Un aspetto a mio avviso fondamentale di The Terror è sicuramente l’ambientazione. Non tragga in inganno la monotonia e la voluta scelta di non utilizzare colori forti o contrasti. Le varianti che trasformano persino il nero delle divise in una sorta di bianco sporco è il marchio di distinzione di ogni scena.
Se escludiamo le cene degli ufficiali, tutto è avvolto in una sorta di patina di ghiaccio e dove non arriva materialmente, lo stesso arriva nelle parole degli uomini, dei comandanti, degli ufficiali. L’incubo reale ha il candore della neve si potrebbe affermare senza tema di smentita.
Le due navi sono state perfettamente ricostruite basandosi su documenti dell’epoca e ogni particolare degli abbigliamenti è stato meticolosamente riprodotto. Il voluto contrasto fra l’ambiente ostile e le scene di cena degli ufficiali rende perfettamente lo stato d’animo di un uomo, Franklin, convinto di poter sfidare il ghiaccio ancora una volta ed uscirne vincitore e senza per questo rinunciare a del buon vino e una lauta cena.
Ciaran Hinds si allinea agli altri protagonisti e sebbene non raggiunga le vette di Jared Harris quanto a capacità espressive ed interpretative, ci consegna un ritratto non troppo lontano, probabilmente da quello del vero Franklin, un ufficiale comandante poco avvezzo a sentire le opinioni degli altri e tronfio del suo status guadagnato negli anni più per il sacrificio di altri che per propri meriti.
I flashback londinesi ci aiutano a comprendere meglio le divisioni fra Franklin e Crozier e il disprezzo provato dal primo per quest’ultimo, a cui rifiuta la mano della nipote con grande fermezza considerandolo non di rango adeguato e liquidandolo come un semplice esploratore senza ambizioni.
Anche nel caso di Londra, la produzione è stata attenta a fornire un ambientazione il più possibile rigorosa e che fa da sfondo a dialoghi serrati che tratteggiano bene i caratteri dei personaggi facendo capire subito allo spettatore che i contrasti non sono sono ambientali ma soprattutto psicologici.