The Handmaid’s Tale 3: Recensione dei primi tre episodi

06/06/2019 di Redazione

Ecco la nostra recensione dei primi tre episodi di The Handmaid’s Tale 3 dal titolo “Night”, “Mary e Martha” e”Whatch Out”.

Il momento che stavamo tutti aspettando è arrivato: The Handmaid’s Tale è tornato e riprende esattamente da dove l’avevamo lasciato. June come ben sappiamo, ha deciso di non scappare da Gilead insieme alla sua piccola Nichole e ad Emily perché vuole riuscire a portare prima in salvo sua figlia Hannah.

The Handmaid's Tale 3x01
The Handmaid’s Tale 3×01

In questi primi tre episodi di The Handmaid’s Tale 3 avviene un notevole cambio di direzione da parte degli autori e degli sceneggiatori. I flashback erano una delle caratteristiche principali nella struttura narrativa delle prime due stagioni. Eravamo abituati ad osservare l’alternanza tra il presente dei personaggi e la loro vita prima di Gilead, mentre adesso la narrazione risulta più lineare veloce.

Ma i flashback non spariranno completamente dalla trama, sappiamo con certezza che ne verrà mostrato almeno uno, quello che svelerà il passato di uno dei personaggi più perfidi di The Handmaid’s Tale: Zia Lydia.

Anche la tortura avviene fuori dallo schermo: June viene punita per la sua visita ai Mackenzie (secondo Zia Lydia avrebbe meritato addirittura l’impiccagione), ma questa volta, non la sentiamo gridare mentre viene bastinada (si è il termine corretto che descrive questo tipo di tortura). La vediamo entrare in una stanza al Centro Rosso e successivamente possiamo osservare i suoi piedi flagellati.

Il simbolismo

In questi primi tre episodi di The Handmaid’s Tale 3 possiamo osservare come il simbolismo assuma un ruolo molto importante. La macchina da presa, durante l’incendio sceglie di evidenziare due momenti all’interno di casa Waterfod.

Uno è il letto delle cerimonie, che in The Handmaid’s Tale è stato nel corso delle precedenti due stagioni, il luogo testimone degli abusi di Gilead, degli stupri mensili. L’altro è lo studio del comandante Waterford, dove viene ripreso il gioco da tavolo Scarabeo incendiato, con il tabellone ancora aperto, una partita non ancora conclusa.

The Handmaid's Tale 3
Emily fuori da Gilead

Per non parlare della visita oculistica di Emily. Una semplice visita, riesce a racchiudere allo stesso tempo, il terrore degli abusi subiti e la libertà di poter tornare finalmente a leggere, in poche parole la libertà.

Addio OfFred, benvenuta OfJoseph in The Handmais’s Tale 3

Un cambiamento radicale ma estremamente necessario è stato quello di vedere la nostra June abbandonare definitivamente le spoglie di OfFred per indossare quelle di OfJoseph. D’altronde, sarebbe stato inconcepibile e noioso, vederla di nuovo accanto ai Waterford.

Ma se sul finire della scorsa stagione di The Handmaid’s Tale eravamo convinti che il Comandante Lawerence fosse un alleato di Emily e della resistenza, colui che mise a rischio la sua persona ed il suo ruolo all’ interno di Gilead per permettere alla sua ancella di fuggire, oggi siamo purtroppo costretti a ricrederci.

Il comandante Joseph Lawerence in questi primi episodi di The Handmaid’s Tale 3

Si perchè l’economista, colui che creò un sistema funzionante al di là delle sue più sfrenate immaginazioni e dei suoi peggiori incubi, l’architetto di Gilead, il personaggio più enigmatico di tutti, non sembra minimamente interessato a combattere o a far parte della resistenza.

Scopriamo che l’unico motivo per il quale ha salvato Emily è la sua intelligenza, il suo capitale umano e di conseguenza, la sua utilità nel mondo. Un perfetto risolutore che vuole limitare i danni il più possibile.

The Handmaid’s Tale 3

Vediamo che il comandante Whitford in qusti primi episodi di The Handmaid’s Tale 3, è totalmente indifferente alle moine di June, anzi arriva perfino a ridicolizzarla, insultando l’intelligenza dei comandanti precedenti per cui June ha servito da ancella, rimproverandola per la sua predisposizione all’uso del corpo come merce di scambio.

In questo ambiente imprevedibile il comandante la metterà di fronte a una dura ma estremamente necessaria verità: ad ogni azione corrisponde una conseguenza.

June è sempre stata una persona egoista, ha sempre cercato di manipolare il prossimo per ottenere quello che voleva. Non si è mai veramente preoccupata dell’impatto che le sue azioni, avrebbero avuto sulle persone che l’hanno assecondata e aiutata. In fin dei conti, sono state loro a pagare il prezzo più alto.

Proprio per questo motivo, nel secondo episodio di The Handmaid’s Tale, vediamo il Comandante ordinare alla sua ancella di sbarazzarsi del cadavere di una Marta. Questa volta senza nessun aiuto. Hai preso una scelta, ora occupati delle conseguenze di quella scelta, senza che nessun altro ne vada di mezzo.

Continua a pagina, parleremo di Emily del Canada e dei coniugi Waterford nei primi episodi di The Handmaid’s Tale 3

Share this article