Se Son Rose: Recensione della nuova commedia sentimentale di Leonardo Pieraccioni
28/11/2018 di Redazione
Toccante ed esilarante il bilancio con cui il regista Leonardo Pieraccioni inaugura la seconda fase della sua carriera. “Se son rose” si rivela una dedica dei genitori all’amore incondizionato per i propri figli. Nel cast anche sua figlia Martina.
È la frase “Sono cambiato, riproviamoci” a suggellare il nuovo film del regista toscano Leonardo Pieraccioni. Accanto a lui in “Se Son Rose” un cast completamente al femminile formato da Michela Andreozzi, Elena Cucci, Caterina Murino, Claudia Pandolfi, Gabriella Pession, Mariasole Pollio, Antonia Truppo e Nunzia Schiano (potete leggere il nostro incontro con il regista ed il cast).
Una commedia divertente ma anche ricca di spunti riflessivi in cui Leonardo Pieraccioni scardina i luoghi comuni sull’amore attraverso un viaggio a ritroso nel tempo che lo porterà a ripercorrere le relazioni sentimentali del passato tra errori e rimpianti. “Se son rose” è una pellicola fortemente autobiografica in cui il protagonista, che si chiama Leonardo, cede il passo al suo animo più maturo e meno “bischero”. Complice di questo cambiamento il raggiungimento della paternità che lo porta a scrutare il passato con occhi diversi e a capire che solo l’amore per i figli può considerarsi duraturo.
Protagonista della storia è Leonardo Giustini, un giornalista web che ama trascorrere le sue giornate tra il computer e il divano. Sarà proprio la figlia Yolanda (Mariasole Pollio, qui alla prima volta al cinema dopo il successo di “Don Matteo”) ad inventarsi uno stratagemma per rivoluzionargli le giornate sottraendolo alla sua noiosa routine. Infatti, invia a firma di suo padre un messaggio a tutte le sue ex invitandole a rivedersi e a riprovarci con la scusa di essere cambiato.
“Se Son Rose”, i quattro problemi che spengono “la brace” dell’amore
All’appello rispondono in quattro: Benedetta (Caterina Murrino) una suora laica, Elettra (Gabriella Pession) una professoressa di filosofia scapestrata, Angelica (Michela Andreozzi) la smemorata e Fioretta (Antonia Truppo) decisa a cambiare sesso. Ogni donna rappresenta una fase della vita di Leonardo e lo costringe a guardarsi dentro interrogandosi sulla stabilità dei rapporti. Emergono così quei temibili fardelli che portano alla resa della coppia e che Pieraccioni individua nei litigi, nei cambiamenti, nella noia, nella gelosia e infine nel tradimento.
Apprezzabile e gradevole la sceneggiatura scritta a quattro mani con Filippo Bologna, reduce del successo di “Perfetti sconosciuti” e attualmente nelle sale anche con la sua opera prima da regista “Cosa fai a Capodanno?“. In “Se Son rose” ritroviamo un Pieraccioni più malinconico che tuttavia non riesce a perdere il suo tono scanzonato.
“Se Son Rose”, solo un amore fiorisce senza mai appassire
Offrendo agli spettatori il suo lato più autentico e vero, Pieraccioni intenerisce anche l’animo più insensibile dimostrando che nella vita spesso l’amore si trasforma in una corsa ad ostacoli. E sarà solo il tempo a raccontarci ciò che abbiamo perso e ciò che abbiamo conquistato. Perché anche se l’amore si rivela complicato l’affetto per i propri figli resta il motore più importante della propria esistenza.
Anche la canzone “Non ho parole d’amore” scritta e cantata dallo stesso Pieraccioni si amalgama perfettamente alla storia e alla suggestiva ambientazione toscana. Tra battute e gag, risate e emozioni imprevedibili, il film si rivela una piacevole sorpresa dimostrandoci che a volte è meglio trovarsi catapultati in storie “sbagliate” piuttosto che affogati nell’asettico mondo dei social network.
L’appuntamento è in tutte le sale italiane dal 29 novembre, il film sarà distribuito da Medusa.
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