Sangre Blanca: Recensione, un dramma familiare sullo sfondo del narcotraffico

20/10/2018 di Redazione

Sangre Blanca, presentato alla tredicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, diretto da Barbara Sarasola-Day con Eva De Dominici e Alejandro Awada protagonisti, la storia di un dramma familiare sullo sfondo del traffico di droga alla frontiera tra Bolivia e Argentina.

Sangre Blanca, diretto da  Barbara Sarasola-Day, presentato all’interno della tredicesima Festa del Cinema di Roma  ci  racconta la drammatica  storia di Martina (Eva De Dominici) e Manuel (Rakhal Herrero) che in cerca di soldi  accettano il lavoro di corrieri della droga, ingerendo ovuli contenenti cocaina. Al confine tra Bolivia e Argentina, dove è stata girata la pellicola, il giovane Manuel, dopo aver superato la frontiera assieme a Martina con successo,a causa della rottura di uno degli ovuli muore.

Martina rifugiatasi in un albergo con il cadavere di Manuel non sa come recuperare gli ovuli al suo interno mentre i trafficanti la minacciano di fare presto per la  consegna. Martina  allora decide di cercare di rientrare in contatto con il padre, con il quale non ha alcun tipo di rapporto da anni, Javier (Alejandro Awada), l’unico che può aiutarla. Dopo una serie di drammatiche telefonate con la minaccia di rivelare un segreto, il padre  alla fine giungerà in suo aiuto. In una serie di drammatici eventi, padre-figlia arriveranno a fare a pezzi il corpo di Manuel per sbarazzarsene e recuperare gli ovuli da consegnare ai trafficanti. La storia al contrario delle sue premesse non vuole affatto essere un thriller, la regista  attraverso la scelta dei luoghi, di un fotografia cupa, e con poche scene di azione vuole raccontarci il dramma familiare di Martina, e del suo rapporto mancato con il padre.
Nella foto Eva De Dominici e Alejandro Awada

Splendidamente interpretato dalla giovane Eva De Dominici, che ricordiamo giovanissima nella serie tv il  Mondo di Patty, e ora modella affermata, la quale non ha esitato ad una trasformazione fisica in negativo per sviluppare il suo personaggio, a cui fa da contraltare il bravissimo Alejandro Awada, grande attore argentino, conosciuto anche per essere imparentato con l’attuale presidente della nazione sudamericana (il fratello della moglie del presidente).
La scelta finale della regista, autrice anche della storia,  è quella di portarci dentro il dramma di Martina, una ragazza come tante che commette un grave errore, trasformandosi con grande rischio in una “mula” ,(un corriere della droga), mentre il padre di lei pur accettando di aiutarla in una situazione drammatica, lo fa solo perchè costretto da un segreto che Martina minaccia di rivelare non se verrà aiutata,  un segreto  che volutamente la regista non ci svela, e che lascia Martina in una sospensione tra disprezzo e delusione per il padre, ed una flebile speranza di riavvicinamento.
La forza della pellicola è tutta dentro questo rapporto padre-figlia  sullo sfondo del traffico di  droga e del degrado della frontiera che ci viene mostrato. Una pellicola di grande efficacia, che lascia allo spettatore, o al critico, tante chiavi di lettura.
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