Roberto Saviano: “La paranza dei bambini racconta il mondo attraverso Napoli”

12/02/2019 di Redazione

La paranza dei bambini, il film di Claudio Giovannesi tratto dal romanzo di Roberto Saviano, è l’unico italiano in concorso alla Berlinale 2019. Un’opera attesa, per l’importanza del tema e del libro, e per il talento del regista che nel 2016 aveva incantato alla Quinzaine des Realisateurs di Cannes con il suo precedente film, il bellissimo Fiore.

Uscita in sala immediata per La paranza dei bambini, il 13 febbraio, il giorno dopo la proiezione ufficiale e la conferenza stampa che ha visto protagonisti Giovannesi, Saviano, i produttori Carlo Degli Esposti e Nicola Serra, il co-produttore e presidente di Vision Distribution, che distribuisce il film, Nicola Maccanico, i giovani protagonisti Francesco Di Napoli, Viviana Aprea, Ar Tem, lo sceneggiatore Maurizio Braucci, reduci dalla presentazione alla stampa internazionale che ha accolto il film con un prolungato e convinto applauso.

Claudio Giovannesi

“La Paranza dei bambini vuole essere non solo un racconto napoletano e uno spaccato della società criminale, ma quello che mi interessava maggiormente era raccontare l’adolescenza attraverso un doppio binario, che parte dal gioco e che nel corso della storia si trasforma inevitabilmente in guerra. Ma a parte questo ero interessato alle loro emozioni e alla loro perdita dell’innocenza, confrontata con la feroce violenza che incontrano”.

Roberto Saviano

Ovviamente è una storia ispirata a fatti reali, il termine paranza identifica questi gruppi di giovani criminali comandati da ragazzi della stessa età, una cosa che non era mai successa nella criminalità organizzata, e che troviamo replicata in altri paesi europei e non. La cosa che lascia più sconvolti è il ritorno a un livello medievale della battaglia da parte di questi ragazzi, con la consapevolezza che la morte sarà comunque inevitabile .

La scorta non dipende da me, è stata la tolta anche al collega Ruotolo, mentre è stata assegnata per fortuna ad altri. In generale bisogna rendersi conto che quello che sta succedendo dal punto di vista politico in Italia e che è molto grave. Dal mio punto di vista sono molto sereno, avere una scorta non è un privilegio, ma una condanna, ma in ogni caso continuerò a fare il mio lavoro come l’ho sempre fatto. La minaccia del ministro dell’interno viene dal mio avere criticato il suo indossare la divisa della polizia in occasioni pubbliche, unico politico occidentale che lo fa.

Il governo oggi non esiste più per la risoluzione del problema meridionale, i ragazzi non ci pensano, la speranza è quella di andare via, lasciare il paese, o come hanno detto loro stessi, coltivare un sogno. Il sogno dei ragazzi di una Paranza è quello di diventare ricco, 1000 euro di cocaina in un anno si trasformano in 182.000, 5000 in un milione di euro, sono dati che fornisce l’antimafia. Ma pochi di loro riescono ad arrivare anche solo al primo step, perché muoiono prima”.

Francesco Di Napoli

“La mentalità di questi ragazzi si basa sul possesso dell’arma, che per loro apre tutte le porte, ma non tutti i ragazzi scelgono questa strada, perché per fortuna una scelta ancora c’è. Ma ci vorrebbero comunque delle alternative, delle opportunità, com’è successo a me. E poi bisognerebbe poter cambiare la mentalità. Da dove vengo, nel Rione Traiano, chi va a lavorare viene considerato stupido. Per me è chi prende la strada della violenza che è uno stupido.”

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