Richard Gere demolisce Trump: “Un sociopatico, ma vorrei interpretarlo per raccontarne il male”

Richard Gere è stato protagonista di un’interessante masterclass presso le Giornate del Cinema Lucano in cui, oltre che della sua carriera, il divo americano ha demolito il presidente americano Donald Trump.

Era l’ospite più atteso, non ce ne vogliano gli altri, e Richard Gere ha ripagato tutte le attese. Il divo americano è arrivato alle Giornate del Cinema Lucano per ricevere il premio internazionale Maratea e per tenere una masterclass. Proprio quest’ultimo evento, davanti a più di 100 persone, ha catalizzato l’attenzione facendo diventare il parco del Santavenere il centro del cinema in Italia per un pomeriggio.

Richard Gere è parso sorridente ed in occhiali da sole, rifiutando subito di sedersi su delle appariscenti poltrone e chiedendo delle normali sedie più vicine al pubblico. D’altronde, nel corso della sua lunghissima carriera, la star di Pretty Woman è sempre stato dalla parte degli ultimi e lo ha rimarcato in una masterclass molto più intima che prettamente cinematografica parlando moltissimo di se stesso e dei temi del mondo che più gli stanno a cuore. Al suo fianco l’amico di una vita Claudio Masenza e i produttori Nicola Giuliano ed Andrea Occhipinti, con i quali ha lavorato molte volte ed ultimamente anche per il film Gli Invisibili in cui interpretava un senza tetto di New York e che è stato uno dei progetti più di cuore nella sua carriera. Simpatico siparietto poi con un cucciolo di Akita, la stessa razza con la quale commosse il mondo con il delizioso Hachiko.

Che impressione ti ha fatto tornare in questa parte d’Italia dopo 35 anni? 

“La prima volta che sono venuto in Italia stavo facendo tre film insieme, di cui uno a Londra. Il mio agente mi disse che stava vendendo a trovare Franco zerfirelli e mi ha invitato a venire qui. Il mio primo impatto è stato con Positano e la costiera amalfitana, molto romantico. Mi  ricordo che era la fine dell’estete ed ero in questa Villa di zerfirelli favolosa che si affacciava su una baia con tante barche. C’erano tante donne davanti all’hotel San Pietro vestite di bianco che bevevano champagne. Ho conosciuto mia moglie 5 anni fa a Positano. Quel luogo è esattamente lo stesso dove l’ho incontrata”.

Una visita veloce, ma che impressione ti fa tornare proprio in queste zone?

“Mi piace particolarmente andare in festival piccoli in cui la natura è spettacolare e c’è un grande senso di gioia. Qui puoi guardare la gente in faccia, c’è buon cibo e la gente è buona. Non costruite un’autostrada qui vicino. 35 anni fa ho girato a Matera King David, era l’ambientazione di Gerusalemme nel film e ho vissuto un mese in un sasso. Ero ben compenetrato con la realtà del posto e avevo un rapporto viscerale, li ho ballato anche il ballo del pannolino. Potete trovarlo su YouTube, molto divertente”.

Da poco sei padre per la seconda volta, quali sono adesso le tue priorità in questo momento?

“La mia priorità ora è un bambino di 5 mesi. Non ho mai pensato alla mia carriera come ad una pianificazione, la vita è tutta un atto creativo. Quando è nato il mio primo figlio ho deciso di non essere mai lontano più di un’ora da lui e questo mi ha permesso di avere una relazione intensa con lui. Vorrei lavorare e continuare a fare film, sono stato un attore da quando ho 19 anni. 

La musica che ruolo ha nella tua vita?

“La musica, così come la meditazione sono parti importanti della mia vita.  La vita è l’unione di un’insiene di cose, non siamo staccati da tutto il resto e siamo parti di un’insimee, tutti gli essere umani con amore e odio sono tutti interconnessi”.

La tua visione spirituale del mondo?

“Non ho raggiunto uno stato superiore ma faccio meditazione da 50 anni tutti i giorni. È la mia pratica giornaliera, non mi sento però ne realizzato ne faccio alcun proclama”.

La persona che sei diventata oggi è anche grazie a questa pratica?

“Ho un problema reale con l’ansia e la rabbia, anche la depressione. Sono stato molto fortunato di avere la connessione con la pratica del buddismo perché mi ha aiutato molto, specialmente incontrare rendi maestri come il Dalai lama. Quando hai la possibilità di incontrare grandi maestri questa è una grande ispirazione. Il Dalai Lama si alza la mattina e fa meditazione, ha una grande disciplina. Non è facile guardarsi ed essere onesti con se stessi”.

Sei sempre stato anche un filantropo occupandoti di malati di Ads, poi persone fuggite dal Tibet e di recente anche dei senza tetto con il film “Gli Invisibili”. Credo che la condizione dell’Italia e degli Stati Uniti sia particolarmente deprimente, cosa puoi suggerire per sopravvivere ad un’epoca così oscura?

“Parliamo molto di questo argomento, mi stanno molto a cuore le persone senza una casa. Questa è una cosa fondamentale perché tutti ne abbiamo bisogno e tutti la cerchiamo, dagli insetti agli esseri umani. La vita è molto breve è dura al massimo 100 anni, la vita di un uomo è poca cosa. Abbiamo l’opportunità per espandere quello che siamo. Ci sono tanti africani che lasciano il proprio paese per cercare una casa, anche in Sud America. Anziché vederlo come un peso dobbiamo vederla come una possibilità positiva per fare qualcosa di generoso. Deve essere iqnvisione , come quando vediamo un bambino affamato che ha bisogno di trovare il suo posto. Dobbiamo vedere la parte più luminosa. Purtroppo i nostri leader politici non sono tra i più illuminati. Ho seguito molto casi di persone senza casa e sono stato anche a Lampedusa a vedere persone salvate dal mare. Voglio parlare di trump che è una persona incapace di sentire il dolore degli altri, lo ritengo un sociopatico. Questo è il più grande peccato possibile”.

Visto che quasi tutti ti conoscono attraverso alcuni film. Quali hanno segnato la tua vita? Possiamo saltare pretty woman…

“Quando facciamo un festival fanno un montaggio dei miei film ed è un test interessante perché capisco cosa pensa di me chi lo ha fatto. È come rivedere la propria vita scorrerti davanti”.

Sul film Amelie?

“Ricordo molto poco della lavorazione di quel film, ma mi è rimasto invece molto impresso il Sud Africa. Quel paese è straordinario e c’è tutto, dal mare alla foresta. La vita costa poco e mi è rimasto molto impresso quel paese”.

Sul tuo lavoro in Pretty Woman e in Chicago? In entrambi la musica è stata importante

“La musica è molto importante e ho suonato la tromba in Pretty Woman e ho cantato e ballato in Chicago. Avete visto tutti Pretty Woman? La scena in cui suono il piano tardi la sera l’abbiamo fatta mentre stavamo riscrivendo la sceneggiatura, stavamo cercando di rendere il personaggio più interessante perché non c’era niente che mi avesse colpito fino a quel momento. Il regista gli ha chiesto cosa fai di solito, normalmente c’è un piano lì e c’è solo quello che sistema la moquette. A quel punto abbiamo organizzato la scena così. Era l’hotel Amsterdam in Hollywood. Ho cominciato a suonare e il regista mi ha chiesto di fare un pezzo complicato, l’atmosfera era perfetta e mi è piaciuto molto. È diventata un crescendo di seduzione”.

Puoi raccontarci qualcosa in più sul tuo impegno contro l’aids?

“Mi sono sempre occupato di aids, in India ho fatto una pubblicità coinvolgendo le persone cercando di cambiare e non avere paura. Abbiamo siatomun famoso atleta di cricket che è lo sport nazionale in India che parlava dell’uso del preservativo per proteggere se stessi”.

Tra le ingiustizie c’e quella che lei non hai mai vinto L’oscar come mai?

“Al primo posto metterei questa qui e poi la pace nel mondo (risate ndr)”.

C’è un personaggio del nostro tempo che sogni di portare sullo schermo?

“Ci sono molte persone fantastiche na non necessariamente sarei la persona giusta. Se ci fosse una buona sceneggiatura lo farei trump magari. Le persone non nascono mostruose e vorrei capire come mai, vorrei raccontare com’è diventato un wociopatico. Vorrei capire come sia possibile che il 35% degli americani lo ha votato”.

Ci libereremo di Trump?

“Non so se tra un anno e mezzo o cinque anni e mezzo ma succederà e ci sono persone intelligenti e sane. Ci sono tanti sondaggi, persino fox news che è di trump lo dice. La politica è un pendolo. Vorrei dirvi le parole finali del Buddha ai suoi discepoli. Disse loro ‘camminate, proseguite. Andate avanti’”.

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