Rambo – Last Blood: la Fine è solo l’Inizio /Recensione
25/09/2019 di Redazione
Quasi quattro decenni dopo il primo capitolo della saga, Sylvester Stallone torna a vestire i panni di una delle più grandi leggende action del cinema di tutti i tempi, John Rambo.
Rambo -Last Blood. Sylvester Stallone è ancora presente, molti si aspettano un finale epico, altri si chiedono come un attempato attore possa ancora interpretare questo ruolo. La realtà è profondamente differente, Rambo è una Icona, in tutto il mondo generazioni di guerriglieri dal 1982 appendono poster dell’attore, lo imitano, Rambo è sinonimo di un genere nel cinema di guerra, forse non ci sarà mai una fine alla storia di questo personaggio. Chi vorrà prendersi la briga di documentarsi, come vi scrive, scoprirà che l’origine di Rambo proviene dal libro Primo Sangue di David Morrell e il primo film che si chiamava appunto Rambo First Blood, venne reso meno violento dallo stesso Stallone che scelse di modificare molti parti della sceneggiatura tratta dal romanzo, modificando anche il finale dove Rambo doveva morire per mano del colonello Trautman, una scena che venne girata dal regista Ted Kotcheff e poi omessa per avere un finale meno drammatico.
E’ necessaria questa premessa perchè il regista Adrian Grunberg sembra aver sposato le parti violente del romanzo e First Blood a Last Blood, e questo ci permette di comprendere anche il percorso che ha voluto scegliere Stallone.
Una storia che inizia lenta e un pò melensa, dove troviamo ormai l’anziano eroe in un vecchio ranch di famiglia perso nelle sconfinate praterie dell’Arizona dove, alla fine di John Rambo, il quarto capitolo della fortunata aveva deciso di tornare. John ormai è anziano si porta ancora il peso della sofferenza e degli incubi fatti di paure e fantasmi che non lo abbandonano. Nel ranch ha scavato un labirinto di tunnel che ricordano quelli dei Vietcong, John dorme li.
In Rambo – Last blood il veterano della guerra del Vietnam vuole condurre un’esistenza tranquilla, e trascorre le sue giornate con la vecchia amica Maria (Adriana Barraza) e la nipote di lei, Gabrielle (Yvette Monreal), cresciuta come una figlia, Si dedica all’addestramento dei cavalli, e a svolgere un lavoro da cowboy, cercando anche nel suo piccolo di aiutare la comunità.
Lentamente la pellicola ci porta alle soglie della svolta della storia, la giovane figlioccia vuole ritrovare suo padre, un poco di buono, contro il consiglio della madre e di John commette l’errore di varcare il confine ed entrare in Messico. Complice un’amica del luogo la giovane cade vittima dei trafficanti di esseri umani, che conducono subito la ragazza nel giro della prostituzione. Il volti dei fratelli Martinez, i villains di questo capitolo sono quelli di Sergio Peris-Menchete nel ruolo di Hugo e Oscar Jaenada in quello di Victor, che a molti potranno sembrare fin troppo sterotipati, ma basta leggere quello che succede ogni giorno in certe zone del Messico per comprendere anche perchè l’attuale Presidente invochi il famigerato muro. Ma in breve l’entrata in azione del nostro eroe, anche maldestro nella ricerca della giovane, trova il valido aiuto di una giornalista Carmeno Delgado (Paz Vega), e lo sviluppo della storia ci porterà all’ultimo battaglia con un bagno di sangue, definito eccessivo dai critici americani, ma in realtà una scelta inevitabile per il regista Adrian Grunberg che voleva riportare all’origine della storia e del romanzo, (cosa che comunque non è stata gradita dall’autore).
Tutto questo fa di Rambo – Last Blood un capitolo diverso, per chi ha seguito fino dall’inizio al cinema l’eroe, non resterà indifferente a questo film, se l’obiettivo era riportare l’eroe sulle origini del primo film (che resta in ogni caso il migliore della saga) il compito riesce. John Rambo questa volta se la vede con i Messicani o forse sarebbe meglio scrivere che non serve un muro se all’altra parte si trova Rambo.
Ma il risultato finale ci restituisce un eroe, pieno di vendetta e rabbia inarrestabile, un bagno di sangue quasi liberatorio. Se a molti farà storcere il naso o prezzolati critici dell’ultima ora vorranno dire la loro, la massa, e personalmente e con orgoglio ritengo di farne parte, non potranno che trarre un grande divertimento e una valvola di sfogo dal routine quotidiana fatta solo di problemi. In un pianeta tutt’altro che pacifico, forse ritrovare un punto fermo nella forza di John Rambo sembra quasi darci per un breve momento la stabilità. Se alla fine Rambo sembra quasi darci un’addio, tutti sappiamo che questo non sarà mai l’ultimo sangue versato.