Nordic Film Fest:recensione, The Eternal Road – la fine del sogno socialista

07/05/2018 di Redazione

Nordic Film Fest, The Eternal Road, durante la grande depressione degli anni ’30, Stalin invita tutti i lavoratori del mondo a costruire una nuova società basata sulla giustizia, l’uguaglianza e la libertà. Più di 10.000 americani rispondono alla chiamata.

Nordic Film Fest, presentato The Eternal Road e non è un caso che questo film sia uscito nel centenario della nazione Finlandese nel 2017. Ogni nazione ha la sua origine ed i suoi eroi, a volte sconosciuti . Diretto da Antti-Jussi Annila , i cui due precedenti film erano il primo film finlandese di kung-fu, uscito anche in Cina, Jadesutori e poi un horror dal titolo inconfondibile per un paese nordico Sauna. Qui il regista che passa ad un genere molto diverso, quello di un film storico basato su fatti reali, in una produzione di grandi dimensioni che ha visto Finlandia Estonia e Svezia coinvolti, con un cast importante che  oltre al protagonista l’attore finlandese Tommi Korpela, vede  Sidse Babett Knudsen l’attrice danese nota a livello internazionale, l’abbiamo vista in Inferno di Ron Howard e nella serie tv WestWorld . La storia si basa su una trilogia di romanzi storici dove lo scrittore Antti Tuuri ha raccontato la storia di Jussi Ketola: The Skywalkers (2005), The Cold Cage (2007) e Ikitie (2011).  Il film parte si basa proprio sull’ultimo romanzo (che risponde poi al titolo originale Finlandese: Ikitie)  con una  sceneggiatura  scritta dal regista stesso assieme ad Aku Louhimies.
La storia ci racconta che durante la grande depressione degli anni ’30, Stalin invita tutti i lavoratori del mondo a costruire una nuova società basata sulla giustizia, l’uguaglianza e la libertà. Più di 10.000 americani rispondono alla chiamata. È in questo contesto che il finlandese Jussi Ketola (Tommi Korpela) un’uomo pacifico che vive con la sua famiglia, viene rapito nel cuore della notte dai fascisti che sono da anni al potere in Finlandia, (dopo la guerra civile scoppiata nel 1917 tra i Rossi appoggiati dalla neonata Unione Sovietica e i Bianchi appoggiati da Germania e Svezia che avevano visto prevalere questi ultimi e avevano permesso alla finlandia di raggiungere l’agognata indipendenza) lo considerano un comunista. Lo scopo è giustiziarlo, ma vicino al confine con l’Unione Sovietica, benché gravemente ferito, Ketola  riesce a scappare per risvegliarsi dentro un’ospedale russo.

Da qui parte una sua seconda vita, dove si trova a partecipare alla costruzione del paradiso socialista. Nonostante le numerose sfide, imposte dalla polizia segreta sovietica, che gli avevano impedito di tornare a casa e avevano perfino informato la sua famiglia della sua morte. Ketola  riesce a stabilirsi nella sua nuova comunità e mettere su una una nuova  famiglia. Sposa una vedova americana Sara (Sidse Babett Knudsen) ma con il passare degli anni  il clima politico cambia, gli stranieri diventano elementi indesiderati nel regime comunista e vittime delle spietate grandi purghe di Stalin. Costretto a percorrere la Via Eterna verso una Russia sovietica, dove la crudeltà sembra non avere limiti, l’unico sogno di Jussi è quello di tornare a casa, a tutti i costi.E’ davvero una scoperta, come lo è stato nel 1997 quando si è venuto a conoscenza della fine che fecero i 10.000 americani, tra i quali si trovavano moltissimi finlandesi emigrati prima in America, e poi a causa della crisi giunti in Unione Sovietica per realizzare il sogno socialista. Puoi uccidere una persona, dice il vecchio detto, ma non puoi uccidere un’idea. Eppure questo è quello che  esattamente  è successo qui. L’idea del collettivismo, l’idea che le persone potessero vivere e lavorare armoniosamente insieme per il miglioramento della comunità, morì nelle mani degli stalinisti come sicuramente uomini, donne e bambini, finlandesi, americani e non, giustiziati , e i loro bambini mandati in orfanotrofi per farli diventare dei veri cittadini dell’Unione Sovietica.
Un film necessario come il produttore Ilkka Matila ha spiegato agli spettatori italiani, al termine dell’anteprima per l’Italia tenutasi al Nordic Film Fest. Da un punto cinematografico una storia davvero ben costruito che ci porta dentro una storia totalmente sconosciuta, prova ne sia che sono alla fine degli anni’90 sono state trovate le tombe degli immigrati giunti con il sogno del socialismo che per lunghi anni erano anche riusciti a realizzare nella loro fattoria socialista. Il produttore che ha visitato i luoghi reali (la regione della  Karelia) ha raccontato tristemente di aver notato anche tanti nomi di italiani sulle tombe, sicuramente migranti dal nostro paese o dall’America stessa.
La storia di Ketola apre un’altra ferita dolorosa sia per la Finlandia che vide perire moltissimi suo compatrioti, ma forse per il mondo intero, della povera gente, carpentieri , operai venuti perfino con le loro macchine agricole dall’America alla ricerca di una vita migliore nel “paradiso socialista” che gli era stato promesso troveranno solo la fine della loro vita, mentre il nostro protagonista cercherà di raggiungere la via eterna del titolo.
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