Nordic Film Fest: recensione, Star Boys – I ragazzi della Stella finlandese

07/05/2018 di Redazione

Nordic Film Fest,  presentato Star Boys il primo film di finzione dopo tanti una carriera di documentarista e direttore della fotografia di  Visa Koiso-Kanttila.  Tratto da una sua esperienza personale, un film che affronta attraverso gli occhi di due tredicenni il cambiamento  della morale, a partire da una rivoluzione sessuale, vista troppo da vicino.


Nordic Film Fest,  presentato in anteprima per il pubblico italiano il primo film di finzione realizzato da Visa Koiso-Kanttila . Il regista che viene da una lunga carriera come documentarista e direttore della fotografia, ha scelto di  raccontare una tenera storia di formazione,  e di drammatica maturazione tratto direttamente dalla sua storia personale.
Star Boys è ambientato nella città natale del regista, Oulu, la seconda più grande del Nord della Finlandia.ambientata alla fine degli anni ’70 la storia scritta dal regista stesso segue il giovane Vesa (Vili Saarela), un tredicenne che incontriamo con sua madre Marja (Pihla Viitala). L’innocenza del ragazzo i paesaggi innevati, la piccola cittadina all’inizio ci introducono in quella che sembra un semplice storia di ragazzi, un diario di formazione, l’esperienza del regista  che vi vuole raccontare è  molto diversa. La vita di Vesa e del suo migliore amico Kaarlo (Olavi Angervo)  vivono le sfide della vita moderna e scoprono come queste  possano alterare le relazioni e le famiglie. L’arrivo nella piccola cittadina, conservatrice e religiosa del nord della Finlandia, della libertà sessuale, viene osservato dai due tredicenni in modo troppo ravvicinato loro malgrado.

Quando il padre di Vesa, Tapio (Antti Luusuaniemi), si sente attratto dalla madre di Kaarlo (Malla Malmivaara), i due ragazzi si ritrovano intrappolati in una serie di relazioni dei genitori che li spingerà ad una crescita forzata. Koiso-Kanttila illustra alla perfezione i cambiamenti che si manifestano nelle due famiglie, una storia universale sulla crescita dei ragazzi e su quella degli adulti (o forse della loro non crescita), che portano ad un vero proprio scontro da parte dei due tredicenni sempre più isolati . Il nonno di Vesa (Risto Tuorila), si vede abbattere la sua casa in legno, per essere trasferito in moderni e asettici appartamenti in cemento, la modernità che avanza, dalle costruzioni alla libertà sessuale stessa stridono con la vita tranquilla che fino a poco tempo fa la cittadina viveva.

Il giovane Vesa si rifugia osservando  le stelle con il telescopio del nonno o nei canti dei Natali dove appunto nasce il titolo della pellicola, i ragazzi della Stella, assieme ad altri due amici i ragazzi  mascherati da personaggi tradizionali molto famosi nella città di Oulu : King Herod, King of Moors, Knight e Star Twirler,  girano per locali cantando per ricevere una piccola manica, ma al contempo osservano con i loro occhi una società che si sta trasformando nel modo sbagliato.
Onestamente la resa cinematografica del regista, che per fortuna ha già annunciato un’altro progetto, è a dir poco perfetta. E’ molto difficile rendere a parole quello che un film riesce a trasmettere spesso  solo con le immagini, un’inquadratura, la recitazione dei giovani attori.
Come i riflessi del fiume che attraversa la città resi alla perfezione da il direttore della fotografia Jarkko T Laine , assieme ad  un  ritmo perfetto e i due giovani attori fin troppo bravi, la pellicola coinvolge lo spettatore all’interno di questa drammatica storia. Riguardo l’eccezionale performance recitativa dei due giovani protagonisti,  la stessa attrice Pihla Viitala, intervenuta al Nordic Film Fest alla presentazione,  ha raccontato: “era imbarazzante per noi attori professionisti vedere come i ragazzi con al massimo un paio di ciak portavano a termine le loro scene, sono davvero troppo bravi.”

Presente anche il regista al festival  intervenuto al termine della proiezione per rispondere alle curiosità del pubblico italiano, ed ha ribadito come  il film si basi sulla sua storia personale e  scriverla già in sceneggiatura sia stato terapeutico per lui . Star Boys rappresenta per il regista un viaggio nella memoria, doloroso,  con l’ invito allo spettatore a guardare lo scontro fra vecchi valori e la modernità , uno scontro che porterà i due giovani protagonisti ad una precoce maturità.
Inutile aggiungere come il dinamico cinema Finlandese sia tutto ancora da scoprire per il pubblico italiano, non esistono solo i Fratelli Kaurismäki, e Star Boys è solo uno dei tanti esempi di un cinema da scoprire nel paese dove vive Babbo Natale.
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