Le terrificanti avventure di Sabrina: La recensione del Pilot in anteprima
21/10/2018 di Redazione
Atmosfere gotiche e black humor si intrecciano con un’ambientazione uscita direttamente dalle pagine a colori dei fumetti in “Le terrificanti avventure di Sabrina”. Un Pilot che promette un avventura perfetta per Halloween.
Ma come suggerisce il titolo, “Le terrificanti avventure di Sabrina” (in originale “Chilling Adventures of Sabrina”), che debutterà su Netflix il 26 ottobre, è qualcosa di completamente diverso. La serie è ispirata al fumetto dello stesso nome uscito nel 2014 (e pubblicato in Italia da Edizioni BD), che racconta una versione decisamente più dark della briosa storia di “Sabrina The Teenage Witch”, nato negli anni ’60.
L’ideatore della serie è Roberto Aguirre-Sacasa, lo stesso di “Riverdale”, di cui “Le terrificanti avventure di Sabrina” doveva essere lo spinoff; poi qualcosa è cambiato, sia il produttore che gli attori restano sul vago, negando il legame diretto tra le due serie senza escluderlo del tutto. La città di Riverdale viene nominata dai personaggi nel Pilot, ma non aspettatevi di vedere Archie incontrare Sabrina da un momento all’altro.
Le terrificanti avventure di Sabrina: Benvenuti a Greendale!
Benvenuti a Greendale, “dove sembra che sia sempre Halloween”. Quando incontriamo Sabrina nell’episodio pilota della serie, conosciamo una ragazzina allegra e intelligente, con una passione per i film horror. Sabrina ha un fidanzato che la ama e un piccolo ma fedele gruppo di amici nerd, che è pronta a difendere con le unghie e con i denti. Sembra la premessa di un semplice teen drama, giusto?
Ma Sabrina ha un’altra vita nel privato della sua casa (una villa gotica nel cuore di un bosco, se ve lo state chiedendo): la ragazza è un ibrido, metà strega (da parte del padre) e metà umana, e il giorno del suo sedicesimo compleanno dovrà decidere se rinunciare al suo lato umano in favore di quello “demoniaco” sottoponendosi al battesimo oscuro. Questa pratica prevede che le giovani streghe (e i giovani stregoni) scrivano il loro nome nel “Book of the Beast” e frequentino una scuola magica chiamata “Academy of Unseen Arts”.