La vita in un attimo: anche meno – Recensione
14/02/2019 di Redazione
Un espediente letterario come deus ex machina, al centro, a fare da perno delle vicende che si intrecciano ne La vita in un attimo. Quello del narratore inaffidabile, invero affrontato in maniera piuttosto erronea, quello per cui una vicenda può essere valutata nel suo insieme solo a posteriori e non durante il racconto.
Un film romantico, è vero, ma anche molto drammatico, che tenta un inizio sopra le righe omaggiando in ogni modo possibile Quentin Tarantino. La presenza per pochi minuti di Samuel L. Jackson, la citazione durante la festa in maschera dello scontatissimo costume di coppia da Pulp Fiction, e questa dichiarazione d’amore attaccata malamente con la colla stick esaurisce in fretta la parte leggera del tutto. Poi un inanellarsi di tragedie indicibili, che ne basterebbe solo una a segnare per sempre una vita, ma evidentemente per lo sceneggiatore di This is us non bastava – e solo i suoi spettatori saranno abituati a reggere tanto pathos.
Bob Dylan racconta la vita in un attimo
In fondo un collante, oltre al narratore inaffidabile (che nel film però diventa quel narratore che all’improvviso dà il colpo di scena), ne La vita in un attimo c’è: la musica di Bob Dylan. Elegante, chic, complessa nelle melodie e nei testi… Dylan ha pubblicato una sola love song più “commerciale”, e forse il vero narratore inaffidabile è proprio quel brano. Generazioni, rapporti amorosi, nascite e morti: questa sarebbe la vita “itself”, come recita il titolo originale. Tuttavia viene da chiederselo: Dan Fogelman ha anche scritto le sceneggiature dei vari Cars in passato, e lì la vita veniva insegnata davvero bene, in modo più leggero e meno patetico. Forse l’autonomia non gli giova, e la divisione in episodi ci riporta al formato che oggi più gli si addice: quello delle serie televisive.
La vita in un attimo ha un cast di ottimi attori
A parte l’eccesso di pathos, comunque, il film si dispiega in modo prevedibile, ma anche molto armonico. Frasi toccanti, vere e proprie lezioni sulle quali riflettere, si dipanano nel corso della vicenda, che prende pieghe commoventi e romantiche nel senso più ampio del termine. Non solo l’amore di coppia, ma quello più esteso di famiglia, e la grande speranza di fondo che insegna che non importa quanta tragedia tocchi una persona, nel modo più inaspettato un fatto drammatico potrebbe trasformarsi nella chiave della propria felicità.
Un cast ricchissimo, di attori completamente in parte, da Oscar Isaac a Olivia Wilde, passando per Annette Benning e soprattutto per Antonio Banderas, pacato, intimista e in stato di grazia. Un po’ di leggerezza in più non avrebbe guastato: in fondo anche quella fa parte della vita.