Into The Badlands: Recensione 3×01 “Enter The Phoenix”

26/04/2018 di Redazione

Torna l’adrenalinica serie Tv AMC Into the Badlands e lo fa con un episodio che prova a rimettere insieme i fatti della scorsa stagione ma senza fare pesanti review. Stupende come al solito, le scene di lotta. 

Into the Badlands: la forza dei personaggi.

Sicuramente è difficile per chi non ha mai visto questa serie, capire a fondo la sua incredibile bellezza, la sua trama a volte contorta e la grande profondità dei suoi personaggi principali. Uno di questi personaggi è sicuramente la bellissima ma letale “Vedova“. Dopo la morte dei baroni, la sua lotta è ora concentrata contro Chau, l’unica baronessa che divide la Vedova dal suo sogno di libertà per tutti.

Into the Badlands: La Vedova sogna la libertà per tutti, ma a quale prezzo?

Sappiamo bene che la sua utopia sta costando vittime innumerevoli e proprio per questo motivo alla donna serve un reggente. Non potendo contare su Sunny, scomparso da mesi, decide di cercare l’unico uomo capace di assolvere questo incarico: Nathaniel ovvero l’uccisore di 1000 uomini. Abbiamo avuto modo di conoscerlo nella scorsa stagione e del suo scontro con Sunny finito con la perdita della mano destra.
Into the Badlands: Tilda ora è una specie di Robin Hood.

Nathaniel è un personaggio interessante come d’altronde lo sono quasi tutti quelli di Into the Badlands, non tanto per la sua capacità di guerriero, ma quanto per la consapevolezza di dover sempre dimostrare di essere all’altezza della fama che porta in ogni momento. Chiuso dentro questa sua gabbia fatta da 1000 vite, si deve continuamente misurare con chi pensa di non essere la prossima vittima, ma il carnefice dell’uomo.
La sua è anche una lotta per l’onore. Battuto da Sunny, avrebbe preferito di gran lunga la morte che sopravvivere ad una sconfitta, lui abituato da sempre a non risparmiare niente e nessuno. Ora vuole la sua vendetta, vuole il sangue di chi, lasciandolo vivo l’ha pesantemente umiliato.
Into the Badlands: Baije liberato da Tilda.

Alla fine di una, manco a dirlo, spettacolare lotta con la Vedova, Nathaniel accetta di essere Reggente per poter trovare Sunny ed avere finalmente la sua vendetta.

La vedova fra guerra e sogni di libertà divenuti incubi.

La Vedova d’altro canto ha le sue belle gatte da pelare. Fuggita la sua preferita, Tilda, si trova impegnata in una guerra estenuante con la Baronessa Chau e per la quale cerca disperatamente nuovi alleati. Il suo miraggio di libertà si è macchiato più volte di sangue e per perseguirlo non ha mai esitato a tradire, tramare e uccidere. Il bene superiore va oltre ogni possibile senso di giustizia o equità. Libertà per tutti anche se dovesse costare montagne di cadaveri.

Into the Badlands: Sunny padre affettuoso ma pur sempre un guerriero.

Se a questo si aggiunge la presenza di uno spompato MK, l’ombra se non peggio del ragazzino delle prime due stagioni, alla ricerca del suo “Dono” scomparso dal suo corpo e mai più tornato. Il ragazzo soffre per la mancanza di Tilda, Sunny e perfino per quella di Baije. Solo e senza molti motivi per vivere, consuma le giornate all’interno di una sorta di gabbia dorata nella quale La Vedova continua a tenerlo rinchiuso nell’attesa che qualcosa risvegli il suo grande potere.
Into the Badlands: MK alla ricerca del suo vero io.

Anche la Vedova, come altri personaggi della serie è difficile collocarlo fra i Villain assoluti. Il bello di questa serie TV è proprio che i suoi personaggi non hanno etichette vere e proprie, pur muovendosi all’interno di una storia che ha qualcosa di fumettoso, qualcosa che la fa somigliare a un manga ben realizzato. La differenza sostanziale è che la serie ha modo di scavare meglio di un fumetto o di un film, le personalità dei protagonisti e il risultato è a mio avviso stupefacente.

Sunny, un papà molto particolare.

Se fra la Vedova e Chau ci si batte per i massimi sistemi, Sunny lotta per sé e per il piccolo Henry. Vedere nei suoi occhi, anche solo l’ombra di Veil, la madre di Henry, è per Sunny un motivo in più per andare avanti. Se non fosse per il piccolo, Sunny forse non sarebbe vissuto troppo oltre la morte di Veil.

Into the Badlands: Sunny con il viso lordo di sangue e un bimbo a cui badare.

Invece Henry è per lui qualcosa di prezioso, il dono portato alle sue braccia da Veil, un bambino che l’ex Reggente cerca di curare al meglio delle sue possibilità. Una brutta malattia del piccolo lo obbliga però a tornare fra gli altri e suo malgrado ritrovare qualche vecchio amico o quasi.
Liberato da Tilda e portato all’accampamento di rifugiati gestito dalla ex baronessa Lydia, Baije riabbraccia Sunny dopo oltre 6 mesi e apprende così le ultime vicissitudini dell’uomo. Il piccolo Henry possiede il dono di MK e questo significa solo guai per il nostro buon Sunny, che nemmeno si immagina la valanga di problemi che stanno bussando alla sua porta.
Into the Badlands: Nuove minacce alle porte.

Sunny non può perdere la sua identità di guerriero. Qualcosa di inesplicabile dentro di lui, lo porta sempre a non perdere mai il suo istinto di lottatore. Lo vediamo bene quando 3 balordi tentano di ucciderlo per intascare la taglia. La sete di sangue che solo un uomo abituato a lottare da tutta la vita possiede, si manifesta con prepotenza letale e terribile.
Non importa quanta sofferenza ci sia nel suo cuore o quanto sia forte in lui il senso di paternità. Nulla può superare quello del guerriero. Se il buongiorno si vede dal mattino, allora possiamo dire senz’altro che questa stagione inizia davvero molto bene.
Into the Badlands: Il Dono di MK è forte dentro i nuovi nemici.

Into The Badlands  è una serie dai ritmi frenetici, dalle coreografie di lotta degne di una grande produzione hollywoodiana, ha una fotografia vivida dai colori potenti ben contrastati, costumi stupendi e cosa più importante, una vera grande storia da raccontare. Non è semplice riuscire a mixare perfettamente queste cose perché si rischia inevitabilmente di penalizzare l’uno o l’altro aspetto.
Invece Into The Badlands non lo fa da ben 2 stagioni e questo significa che il mix creato da Millar e Gouch è rodato e vincente così come lo sono gli attori principali che hanno recepito questo messaggio e danno ai propri personaggi quella giusta profondità senza mai scordarsi della parte prettamente spettacolare della serie. Tutto ha un funzione in questa serie. Non ci sono scene di lotta buttate lì tanto per fare. Ogni scena di lotta ha alle spalle una storia che va raccontata o che  è stata già raccontata.
Personalmente considero Into The Badlands una delle serie più belle in circolazione di questi tempi. Ci aspettano 16 episodi di grande intensità e forza drammatica e noi ve li racconteremo tutti.
Passo e chiudo.
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