Into The Badlands 3×04 Recensione: Non si sfugge al passato
02/08/2018 di Redazione

Into The Badlands mette in campo tutti i protagonisti per un episodio che mette Sunny davanti al suo crudele passato di Lama e di Reggente e mette a confronto la Vedova con Pilgrim.
Sunny fa i conti con il passato.
Una delle cose più interessanti di Into the Badlands è sicuramente la profonda analisi che fa dei personaggi principali. In questa stagione troviamo un Sunny ormai destinato a fare da padre, ma con la morte ne cuore per aver visto l’amata Veil uccisa.
Sunny probabilmente senza Henry si sarebbe già ucciso da tempo. Il senso di impotenza davanti alle tragedie delle quali è stato protagonista diretto, si uniscono agli orrori del suo passato. In questo episodio lui e Baije si trovano proprio davanti a questo passato fatto di spietatezza senza confini, un mondo, quello delle Badlands, governato dalla primitiva prevaricazione del più forte sul più debole.
L’incontro con la tribù di guerrieri ciechi è per Sunny, un po’ come rivivere un incubo che pensava relegato fra gli orrori del suo passato. Ma lui sa che presto o tardi la scia di sangue lasciata dal suo incarico come Reggente, sarebbe tornata a presentargli il conto.
Questa accettazione del confronto rende ancor più interessanti le prossime puntate di Into the Badlands e ho visto in modo positivo anche la risoluzione, almeno momentanea, della diatriba con Moon. In realtà ho sempre trovato questa sete di rivalsa del nuovo reggente della Vedova, abbastanza sterile se confrontata con il dramma vissuto dagli altri protagonisti di Into the Badlands.
Sunny non ha più paura di ammettere le sue colpe ed è pronto in ogni momento a rischiare in prima persona per le ingiustizie fatte. Questo mi porta a credere che quando si troverà davanti M.K. la sfida sarà più mentale che fisica. Sarà sete di vendetta contro desiderio di perdono. Mi aspetto molto da questo inseguimento alimentato dalla speranza di salvezza per Henry e dall’altra parte dal desiderio di uccidere di M.K. al quale nemmeno Tilda è riuscita a porre freno.
La Vedova VS Pilgrim.
In un mondo nel quale la schiavitù è solo formalmente abolita dalla Vedova, ma nella quale la maggior parte delle persone ha perso la speranza di credere in qualcosa di superiore per pensare solo e soltanto a sopravvivere, il messaggio di Pilgrim che promette di raggiungere la mitizzata Azra, trova terreno fertile per attecchire.

La Vedova, accompagnata da Lidya, il suo vicerè si reca nella tana di Pilgrim, Lei non teme tanto la minaccia fisica di questi curiosi sognatori, ma l’idea che portano avanti e che rischia di scompaginare i suoi piani di conquista delle Badlands. Lei è una donna pratica e ambiziosa e non vuole perdere tempo e uomini cercando di frenare un qualcosa che sa di sogno per bambini ormai vecchio.

Azra è sempre stata, nell’immaginario di Into the Badlands un po’ come la terra Promessa di Dio agli Ebrei in fuga dall’Egitto. Solo che in questo caso la parte mitologica prevale fino a farla diventare uno sbiadito ricordo al quale pochi ormai si aggrappano.
Il tentativo della Baronessa Chau di uccidere Pilgrim serve a cementare i rapporti fra la Vedova e la setta, ma questo, come sappiamo dalle stagione precedenti di Into the Badlands, non è qualcosa destinato a durare. Le alleanze sono sempre in funzione dell’utilità che uno ha dell’altro e presto, la ricerca di Azra da parte di Pilgrim si dovrà per forza di cose scontrare con i piani della Vedova e anche di Chau.
Al momento i proseliti di Pilgrim per quanto efficaci non hanno ancora raccolto intorno al movimento un numero di persone sufficienti a farne una minaccia ma sicuramente le Badlands con lui e il suo credo non saranno più le stesse.
M.K., gli oscuri e la sete di vendetta.
Seppur in modo marginale rispetto alle due parti appena descritte dell’episodio, anche M.K. si sta guadagnando il suo spazio e il suo confronto con Tilda è chiarificatore di come il ragazzo al momento non riesca nemmeno a prendersi cura di se stesso accecato com’è dalla volontà di uccidere Sunny, che come sappiamo dai suoi incubi, dovrebbe aver ucciso la madre.
Il fascino di Into the Badlands sta anche in questi continui rovesciamenti di prospettiva, nella gestione di personaggi che possono essere spietati o generosi, buoni o cattivi e in generale , una serie che non ha bene e male contrapposti chiaramente.
Non esiste bianco e nero in Into the Badlands. Coloro che un secondo prima sono i cattivi, vedi il ciechi cannibali, diventano in un attimo le vittime della crudeltà di Waldo e del giovanissimo Sunny.
Proprio questo rende Into The Badlands stupenda sotto ogni punto di vista. Una delizia per gli occhi con le sue lotte perfette e di grande impatto, una storyline ben costruita che non lascia nulla al caso e personaggi tosti, profondi e complessi.
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