The Handmaid’s Tale 2: Il produttore esecutivo Bruce Miller enigmatico “Chiunque potrebbe morire”
19/03/2018 di Redazione
A poco più di un mese dall’inizio della seconda stagione di The Handmaid’s Tale il cast e i produttori hanno parlato con la stampa durante il panel per il Paley Fest svelando delle news interessanti
EW ci mette al corrente del fatto che tutto il team creativo ha dovuto trovare le proprie risposte, per riuscire a proseguire con la trama, in quanto la storia narrata nel libro omonimo di Margaret Atwood, The Handmaid’s Tale è servito solo come materiale di partenza. Non è la prima volta che accade un fenomeno del genere, basti citare altre serie televisive, come ad esempio The Leftover dove la conclusione della prima stagione coincideva con la fine del libro, ha dato modo agli sceneggiatori di trovare nuovi sviluppi narrativi riuscendo a proseguire per altre due stagioni.
Bruce Miller ha dichiarato in merito alla trama di The Handmaid’s Tale:
“È stata un’occasione per scoprire quale sia stata la mia reazione dopo la lettura del libro di The Handmaid’s Tale, che è stata, ‘Oh mio Dio, cosa succederà dopo? Quando arrivi alla fine della storia per certi libri, senti davvero come la fine della; in questo caso, ti senti quasi come se il libro fosse solo l’inizio. Quindi abbiamo cercato da una parte di seguire la nostra curiosità e dall’altra quello che riteniamo sia bello nel libro e che non abbiamo ancora avuto la possibilità di esplorare “
Bruce Miller ha assicurato che l’autrice del libro di The Handmaid’s Tale Margaret Atwood è molto coinvolta nella serie e che il suo entusiasmo e incoraggiamento a superare il suo lavoro ha dato a tutti molta fiducia
“Era felice che avessimo il nostro piano per la continuazione della storia, questo tipo di incoraggiamento aiuta molto. Quando un autore che ha tutto il mio rispetto ti dà la sua benedizione sulla continuazione del suo mondo, è fonte di una grande quantità di libertà aggiungendo però un sacco pressione. Penso che molta di questa pressione sia alla base della preoccupazione di far arrabbiare il pubblico, perché non so voi, ma non voglio che Margaret Atwood sia arrabbiata con me. ”