Il mistero della casa del tempo, Cate Blanchett presenta il film alla Festa del cinema di Roma
21/10/2018 di Thomas Cardinali
Cate Blanchett in conferenza stampa presenta il suo ultimo film “Il Mistero della casa del tempo” diretto da Eli Roth, ma parla anche di molto altro come di quanto sia diventata la grande attrice che è grazie agli insuccessi che ha avuto che l’hanno rafforzata. Ecco il resoconto del nostro incontro alla Festa del Cinema di Roma.
Cate Blanchett ha certamente raccontato il suo personaggio di una matrigna dolce, ma anche ricordato esperienze di vita personale come la sua figlia adottiva. Una Cate Blanchett disponibile, che ha spiegato come il segreto del suo successo sia in realtà l’insuccesso, il rialzarsi dai tanti fallimenti diventando più forti. Lei ha giurato di averne avuto, ma vista una carriera praticamente perfetta ci sentiamo di dirle che ha imparato molto bene. Una carriera capace di spaziare dal fantasy al drammatico, dai biopic alle trasposizioni letterarie con la stessa naturalezza che mostra fuori dal set.
Una matrigna vestita di verde in cenerentola, una strega vestita di viola in questo film. Che gusto c’è nell’interpretare delle favole?
“Soprattutto nei film c’è poco tempo per fare prove, il dialogo con la costumista è il momento per iniziare. In quel momento capisco cosa indosserà il mio personaggio, adoro i costumi delle favole. Le costumiste svolgono un ruolo importantissimo.”
Nel film il suo personaggio ripete che la magia è dentro di noi, si può interpretare come la forza di reagire e vivere. Volevo sapere se anche lei ha inteso in questo modo la frase? Cos’è la magia?
“Il film parla dea magia, mi è piaciuta molto la sceneggiatura con la magia nel mondo reale e. La magia degli sciamani, l’idea di questa enorme metafora era entusiasmante. Possiamo cambiare, trasformarci ed evolvere. E un messaggio positivo perché un film per famiglie, è un messaggio bello e gentile da inviare ai ragazzi. Uno non deve essere etichettato a scuola, ma può reagire e fare”.
Volevo chiederle se pensa che il cinema possa avere un carattere educativo e se questo la influenza nelle sue scelte?
“Io ho quattro figli, un enorme responsabilità. Non so se nel bene o nel male non ho mai parlato ai miei figli in una veste diversa dell’essere umanizzare. Questo film non fa sermoni , ma trasforma il mondo in un bel posto. Penso che i ragazzini siano molto più conoscitori del mondo che li circonda, presentare un mondo complesso a loro è più importante è una grande opportunità per me come attrice. Quante volte uno può imparare dai bambini, uno si fa molte domande ma alla fine la responsabilità è di chi accompagna i bambini al cinema. Sono strumenti di provocazioni e poi spetta al pubblico parlarne ai bambini”.
Lewis è un ragazzo indomito, questa qualità di non arrendersi. Lei può vantare due Oscar, è indomita anche Cate Blanchett come attrice?
“Quando arrivi alla mia età con la fortuna di vincere dei premi non sempre pensi ai successi, credo che siano i fallimenti a renderci indomito. Ne ho avuti migliaia, il fatto di cadere e rialzarsi senza ripetere gli stessi errori renda indomita. Impari dagli insuccessi, non dai successi. Io cerco sempre i miei errori che mi suggeriscono le sfide per il futuro che per un attore sono fondamentali. Devi restare sempre sensibile rafforzandoti e sapere quando tacere”.
Volevo chiederle di un progetto con Lucille Ball, come è stato lavorare nel suo ruolo?
“Sono stata Lucia bow per molto tempo, non soltanto dal suo lato comico ma anche come produttrice e forza della natura. Ad Hollywood entri in un set e si chiamano dacy e Lucy i bagni. Ha avuto un’influenza enorme su come lavoriamo ad Hollywood. La sceneggiatura è stata scritta molto bene, ma manca il regista”.
Che cosa la ha ispirata da ragazzina? Quali storie?
“Ero ossessionata dall’horror e lo sono ancora, avrei potuto guardare 4/5 horror ogni settimana. Mi è piaciuto molto lavorare con Eli che è famoso per questo genere e in un film sulla famiglia era un connubio interessante. Continuo a prendere ruoli che non so come affrontare avvicendandomi all’orrore dell fine della mia carriera. Sherlock Holmes e i romanzi c’è cercano di risolvere il mistero. Nessuno qui va in bicicletta? Nella mia zona gli uomini si depilano e vanno in giro in modo tremendo in bicicletta”.
Quali sono state le sue fonte di ispirazione letterarie e cinematografiche per questo personaggio?
“Non leggo granché romanzi, non vado in giro per mostre o vedo film. Penso che consumo le cose per il semplice amore e interesse. Tutti questi echi ed influenze, la politica e queste opere d’arte sono dentro di me. Penso molto ai capelli grigi, non che io li abbia, ma penso sempre di divertirmi. Ho visto anche molte vecchie mie foto, il mio personaggio è sopravvissuto ai campi di sterminio perdendo una figlia quindi ho visto molte foto per trovare la giusta energia. Ho letto questo libro, il primo della serie che sono fuori edizione e sono storie meravigliose.”
Nel film si dice che essere genitore è avere sempre paura continuando a farlo, alla fine lo zio e lei diventate genitori adottivi di Lewis. Qual e la sua esperienza sotto questo aspetto?
“Contrariamente a quanto si crede come attrice non penso a me o alle mie esperienze quando creo il personaggio. Sono annoiata da me, non capisco perché siete qui. Non mi interessa portare la mia esperienza sullo schermo, è interessante portare un’altra esperienza sullo schermo. Il film parla di tre persone orfane che si riuniscono e ricostruiscono una famiglia trovando forza. Non sempre queste sono state riconosciute socialmente, ma non c’è nessuna differenza di amore per la mia figlia adottiva rispetto a quelli naturali”.
Se Cate Blanchett potesse scegliere un potere magico quale sceglierebbe e perché?
“Mi assicurerei che tutti dai 18 anni andassero a votare nelle elezioni di mid termine in America, vengono da un Paese in cui la libertà e la democrazia sono responsabilità di massa”.