Il sogno americano attraverso la moda de “Il Grande Gatsby”, un approfondimento col confronto tra la storica pellicola del 1974 con Robert Redford e Mia Farrow e quella più recente con uno strepitoso Leonardo Di Caprio.
Non sono pochi i capolavori letterari che, nel corso dei decenni, hanno potuto contare su una serie di trasposizioni cinematografiche. Spesso ci si domanda se il risultato sia stato all’altezza delle aspettative. Nel caso del romanzo di Francis Scott Fitzgerald “Il Grande Gatsby” si parla di ben due rifacimenti cinematografici, entrambi realizzati in grande stile. Si parla nella fattispecie della versione del 1974, con Mia Farrow e Robert Redford, e della versione più recente del 2013, che ha visto come interprete protagonista Leonardo DiCaprio. Entrambe queste pellicole, sebbene diverse l’una dall’altra sotto molti punti di vista, hanno come temi centrali l’esaltazione dello stile e l’elogio del sogno americano, i due principali trait d’union con il libro.
Lo stile iconico de Il Grande Gatsby del 1974 e del 2013
È davvero difficile mettere a confronto due film del genere, soprattutto per il fatto che appartengono a due epoche storiche molto lontane fra loro. Al tempo stesso, però, un paragone può risultare affascinante e non privo di spunti, per gli amanti del cinema. Si inizia col dire che queste due pellicole hanno in comune la grande attenzione all’eleganza dei protagonisti, al punto da diventare vere e proprie icone di stile. Non è un caso che indossino gli abiti di Ralph Lauren, nel 1974, e di Prada, nella versione più recente. Non deve sorprendere, dato che si parla di due brand di moda connotati da uno stile classico, elegante e insuperabile: uno stile che si è mantenuto inalterato nel corso del tempo. Ralph Lauren, in particolare, deve alla pellicola degli anni ‘70 parte della sua fama, cresciuta negli anni grazie ai suoi famosi capi d’abbigliamento venduti anche online, come ad esempio le qui per le curiosità sul film di Baz Luhrmann), invece, la fanno da padrona gli sfavillanti abiti di Miuccia Prada, decisamente più appariscenti e fastosi di quelli della pellicola precedente. In questo scenario di lusso e sfarzo, viene rappresentata l’essenza del sogno americano.
Il sogno americano del Grande Gatsby
Il Grande Gatsby altro non è che la narrazione dei ruggenti anni ’20, quando gli USA vennero investiti da un vero e proprio boom economico: erano gli anni del grande sogno americano, della terra dei successi e delle aspirazioni, delle feste faraoniche, della trasgressione e del fascino della musica jazz. La storia parla dunque della nascita del cosiddetto self-made man, l’uomo che diventa ricco col sudore della fronte e con l’impegno quotidiano. Un aspetto rappresentato in modo eccelso in entrambe le trasposizioni cinematografiche: sia Robert Redford sia Leonardo DiCaprio hanno saputo incarnare alla perfezione questo ideale, trasformando entrambe le pellicole in un cult. D’altra parte, il mito americano comporta anche un’esaltazione della superficialità e del materiale, figlia di una “ricerca del bello” quasi ossessiva e malata. Da qui deriva la grande attenzione all’aspetto esteriore su cui calcano la mano entrambe le pellicole e che, alla fine, ha avuto il merito di renderle celebri e apprezzate in tutto il mondo.