Escape Plan 2 – Ritorno all’inferno, recensione del film con Sylvester Stallone e Dave Bautista
22/08/2018 di Redazione

Escape Plan 2 è il secondo episodio dell’ennesimo franchise di Sylvester Stallone. Dopo il primo episodio in cui condivideva la scena con Arnold Schwarzenegger, qui il vecchio Sly è il mentore di una nuova generazione di evasi professionisti.

Escape Plan 2, per Sly ora conta la squadra
Sono passati più di quarant’anni da quando un giovane senza neanche i soldi per mangiare impone a un produttore già navigato come Irwin Winkler il suo desiderio di interpretare la sceneggiatura da lui stesso scritta su un giovane sbandato di Philadelphia che sfida il campione mondiale dei pesi massimi. Come andò lo sanno tutti, e da lì è nata la leggenda, perché è difficile dargli una diversa definizione, di Sylvester Stallone. Rocky Balboa, in un modo o nell’altro, non perde mai. E quando capisce di non poter più fare tutto da solo, ecco che mette insieme una squadra vincente. Lo fa con The Expendables, replica l’operazione con Escape Plan 2.
Escape Plan 2 – Ritorno all’inferno, la trama
Ray Breslin, l’esperto di evasioni per testare le carceri di massima sicurezza, ha da tempo messo insieme un team che lo supporta nelle missioni più difficili. Un membro del team viene rapito e imprigionato in un carcere computerizzato dove i detenuti vengono costretti a combattere tra loro. Per riuscire a liberarlo e salvarlo, Ray dovrà dare fondo a tutte le sue capacità e a quelle della sua squadra, chiedendo anche l’aiuto di un vecchio amico.
Escape Plan 2 – Ritorno all’Inferno, la recensione
Il primo Escape Plan era un sogno per tutti gli orfani del cinema testosteronico degli anni Ottanta, grazie all’agognato team up Stallone – Schwarzenegger. L’incontro non diede gli effetti sperati in termini di botteghino, ma Sylvester Stallone non se l’è sentita di abbandonare il personaggio quando lo sceneggiatore Miles Chapman è tornato con una nuova storia d’evasione, in tutti i sensi. Il risultato è un film molto più moderno, costruito secondo le convenzioni narrative del videogioco per poter fare colpo su un pubblico molto più giovane, proprio quello che era venuto a mancare nel primo film, strettamente legato alla lezione degli anni Ottanta. Escape Plan 2 – Ritorno all’Inferno è un prodotto commerciale nel più squisito senso del termine.
Costruito soprattutto per raccogliere consensi nel ricchissimo mercato cinese, mettendo al centro dell’azione una star come Xiaoming Huan, Escape Plan 2 è anche il refugium peccatorum di chi non ce l’ha fatta, dalla bellissima Jaime King (l’abbiamo vista da poco in Ocean’s 8 in un piccolo ruolo) a 50 Cent, fino a Jesse Metcalf, la grande giovane speranza mai sbocciata. L’eccezione che conferma la regola è Guardiano della Galassia può fare quello che vuole. Il risultato sono alcune discrete sequenze di combattimento inserite in una trama inutilmente complicata ma anche prevedibile come il tre dopo il due. Ma poco importa, dato che a proposito di tre, il prossimo piano di fuga e già in post produzione, sempre con Stallone al comando.
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