Copia originale: la realtà non è credibile

21/02/2019 di Redazione

Copia originale, o meglio Can You Ever Forgive Me, una frase che piaceva tanto a Dorothy Parker, scrittrice e sceneggiatrice americana degli anni Trenta. Una donna dal grande talento e dal pessimo carattere. E almeno una di queste due caratteristiche la accomuna a Lee Israel, di cui il film la storia vera. O la Copia originale, per l’appunto.

Scrittrice anche lei, esperta in biografie di persone famose ma non troppo, Lee aveva due grandi amori. Il suo gatto e il bicchiere, pieno di qualunque cosa avesse una gradazione alcolica. Il secondo amore è di quelli che ti manda a rotoli la carriera e rotoli di conti da pagare. Ma se fai la scrittrice non è certo la creatività che ti manca. Per sbarcare il lunario Lee inizia a scrivere delle false lettere vergate da celebrità passate a miglior vita, merce da acquolina in bocca per i collezionisti. Che ci cascano, perché sembrano proprio vere. E la realtà, si sa, è più bella quando la si inventa.

Copia originale sarebbe dovuto essere principalmente questo

Una bella riflessione sullo scarto tra vero e falso, tra realtà e fantasia, tra creazione e vissuto. Uno sguardo su l’arte e la vita, strade che spesso si intersecano, senza però per forza creare quel corto circuito che genera il bello e il sublime. Non ci riesce in pieno neanche Marielle Heller, che in questo suo secondo film commette la stessa ingenuità del primo, Diario di una teenager, un buon esordio ma con troppa carne al fuoco.

Copia originale
La regista Marielle Heller e Melissa McCarthy sul set di Copia originale
Photo by Mary Cybulski. © 2018 Twentieth Century Fox Film Corporation All Rights Reserved

Copia originale parla di questo

E vuole anche essere un bukowskiano racconto di anime in pena che s’incontrano. E una parabola sul fondo del bicchiere dove l’arte si cela. Purtroppo i due argomenti si parlano poco, così come poco traspare l’ossessione della ricerca della lettera perfetta da parte di Lee, sua personale rivincita nei confronti di un establishment letterario newyorkese che la rifiuta. Tutto viene shakerato e non mescolato, tanto per restare in tema, purtroppo i sapori non si mischiano e il cocktail non funziona.

Richard E. Grant e Melissa McCarthy in una scena di Copia originale

Ma la storia è talmente intrigante che si finisce con il passare sopra a questi che, in fondo, sono peccati veniali. Soprattutto se a disposizione hai due attori in stato di grazia come Melissa McCarthy, antipatica e sgradevole al punto giusto, e Richard E. Grant, semplicemente il più grande attore inglese da trent’anni a questa parte. Entrambi giustamente candidati all’Oscar.

Copia originale senza loro due sarebbe stata un’occasione persa

Non particolarmente dolorosa, ma senz’altro un peccato. Grazie a loro è un film di cui si avrà memoria, ricordando una donna che avrebbe voluto essere una copia migliore di sé.

Che a pensarci bene, è quello che si cerca di essere oggi attraverso post arguti e foto scadenti. Ma senza talenti o qualcosa da dire.

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