Chicago PD 6×22 – Recensione: Adam Ruzek nel ricordo di Alvin Olinsky
02/06/2019 di Redazione

La lealtà ha sempre un prezzo troppo alto. Soprattutto nel finale di stagione di Chicago PD 6.
Adam Ruzek non tradisce sé stesso nell’ultimo episodio della sesta stagione di Chicago PD. Sarà difficile attendere fino all’inizio della prossima stagione per scoprire cosa succederà ora che Kelton (finalmente) ha tirato le cuoia. Un ultimo episodio con alti e bassi, come del resto lo è stata l’intera stagione di Chicago PD. Antonio Dawson non ha fatto che regredire da quando è tornato dalla triste parentesi che è stato il suo ingresso in Chicago Justice. Dopo la morte di Alvin Olinsky è stato poi difficile vedere le stesso Antonio delle prime stagioni di Chicago PD.
E mentre qualcuno è cresciuto, lui è come scomparso. Per il futuro di Antonio (anticipazioni su Jon Seda, Colin Donnell e Norma Kuhling), avrei preferito qualcosa di diverso. Avrei voluto emozionarmi, piangere, commuovermi magari ritrovando l’Antonio di un tempo. Invece, la sola cosa che sono riuscita a provare, è rabbia per quest’uomo che non ha imparato dai suoi errori lasciando che qualcuno pagasse per questi. E tutto per non perdere la sua bussola.

I giochi sono quasi fatti. Kelton sarà il prossimo sindaco di Chicago, l’Itelligence verrà sciolta e Adam Ruzek finirà in prigione. Proprio come Alvin. L’ultimo episodio di Chicago PD della sesta stagione ci riporta indietro. Alla lealtà di Alvin verso Hank Voight. No, alla lealtà di Alvin verso sé stesso. Come quella che ha mosso Adam, come quella che lo ha portato dietro quelle sbarre, per non tradire la persona che lo ha lasciato pagare per i suoi errori.
Il sergente Voight deve trovare un modo per seppellire definitivamente il suo nemico. Non c’è più tempo. Ma c’è ancora una pista da seguire. Una di quelle buone perché innervosiscono Kelton. L’Intelligence si muove come sempre in questo episodio di Chicago PD, segue le regole di Hank Voight. Ma per ognuno di loro la posta in gioco è alta. Il primo ordine di Kelton sarà quello di sciogliere l’Intelligence. Di distruggere Hank Voight e i suoi uomini. Ma Hank non può permetterlo. Quella è la sua famiglia, sono i suoi ragazzi. Farebbe qualsiasi cosa per loro. E’ questo che l’ultimo episodio di Chicago PD 6 ci ripete dal primo all’ultimo minuto.

Kelton è legato ad una gang. Ad uno spacciatore. Ma servono prove. Quelle prove che si sgretolano tra le mani dei detective, e del loro sergente, ogni volta che sembrano essere concrete. Adam intanto deve affrontare gli Affari Interni. Restare calmi è difficile, ma il detective Ruzek si fida ciecamente del suo sergente. E noi con lui. Purtroppo, le cose non sempre vanno come vorremmo. Dick Wolf ce lo ha insegnato molti anni fa.
A capo dell’indagine c’è un uomo che Antonio conosce. Ha un legame con lui, può cercare qualcosa per metterlo a tacere. E lo fa. Ottenendo quelle informazioni che avrebbero potuto cambiare ogni cosa. Per Adam, per Hank, per chiunque abbia premuto il grilletto. Ma quando arriverà il momento, Antonio Dawson preferirà essere fedele a sé stesso. Non ricatterà nessuno. Perché lui è un poliziotto. Un uomo tutto d’un pezzo. Deve seguire quella bussola morale che non gli impedirà di lasciare che Adam finisca in prigione per un crimine che non ha commesso (Hank avrebbe usato ogni informazione). Ed ecco ancora il degrado di Antonio Dawson.

Una discesa che è iniziata nel primo episodio di questa sesta stagione, e che è andata avanti portando questo detective a diventare la metà dell’uomo che era una volta. Quello che lavorava accanto ad Hank Voight e Alvin Olinsky. Ma Antonio non conosce la lealtà. Non questo Antonio. Ed è un peccato che le cose siano andate in questo momento. Poteva e doveva essere diverso.