Chicago Fire 7×16 – Recensione: “Devi continuare a muoverti”

03/03/2019 di Redazione

Il 16esimo episodio di Chicago Fire ci regala sorrisi ed emozioni grazie ad Otis e Matt Casey.

Siamo arrivati ad una pausa importante anche per Chicago Fire (l’ultima recensione di Chicago Med). Ma lo show ci lascia con un episodio semplice ed intenso e con qualche domanda sul futuro amoroso di Sylvie Brett. Ogni storia è personale in questo nuovo episodio di Chicago Fire. E il primo colpo al cuore arriva dopo pochi minuti, quando Matt decide di muoversi mentre saremmo stato meglio restare fermo. O tornare indietro.

Un uomo con una pistola, un omicidio e la canna di quella stessa pistola puntata alla testa di Matt che riesce a fermarlo e a tornare a casa. Ma c’è mancato poco. E non capiremo quanto poco ci siamo andati vicini, fino agli ultimi minuti del nuovo episodio di Chicago Fire.

Chicago Fire

Nel corso di tutto l’episodio gli occhi di Matt restano spalancati. Ma il capitano Casey sembra quasi non riuscire a mettere a fuoco le cose che ha davanti. Brett cerca di dargli il suo aiuto, Severide lo lascia andare, proprio come Boden. Questi tre uomini si conoscono, e si muovono allo stesso modo. Era importante dire “io ci sono“, anche con poche parole. Ma un’imboscata… no.

Ed è questo quello che probabilmente vede Matt quando il cappellano arriva a casa sotto richiesta di Brett. Matt torna a chiudersi. Sarà lui a scegliere con chi e quando parlare. Ma per tutto il corso dell’episodio di Chicago Fire, i suoi occhi sono lo specchio di ciò che prova: incredulo per ciò che è accaduto e con un trauma che non può essere superato in poche ore.

Chicago Fire

Intanto, Kelly fa un passo indietro e torna a riflettere sul suo rapporto con Grissom. Il Dipartimento dei vigili del fuoco vuole farlo fuori. Perché? Ripenso alle parole di Boden, a quelle di Matt. Sia nello scorso episodio di Chicago Fire, sia in quest’ultimo, entrambi cercano di far capire a Kelly che Grissom sta facendo tutto ciò che può per aiutare i vigili del fuoco. E’ per questo che è entrato in politica.

Severide si ferma e cerca di capire cosa sta accadendo. Chi è questa task force e perché il Dipartimento vuole la testa di Grissom? “Perché non è stato al gioco“. Tornano le parole di Boden. La certezza della Caserma 51 e di Chicago Fire. “La caserma 51 e il Dipartimento devono venire prima“. Kelly si rende conto che dietro il politico c’è ancora Grissom, il suo mentore, l’uomo che gli ha fatto anche da padre, il vigile del fuoco.

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Non mi è dispiaciuto smettere di odiare Grissom. Prendeva decisamente troppe energie. Forse anche per questo Kelly si è fermato. Il rancore non porta mai da nessuna parte. E alla fine, prima della messa, un bicchierino insieme. Come un tempo. Non vedevo lo sguardo di Kelly rilassato e felice da troppo. Va decisamente bene così.

Abbiamo rivisto Grissom e Boden lavorare insieme. Un po’ come quando guardiamo Hank Voight tornare a lavorare con Ray Price. Un incendio difficile e la paura che possa accadere qualcosa a Kelly (come se Matt non fosse bastato).Quel momento dura pochi minuti, ma quei minuti bastano per mostrare alla task force tutto ciò che deve sapere: nessuna Caserma è come la 51. E Grissom è il mentore di Kelly. Forse qualche merito ce l’ha anche lui.

Grissom tornerà a creare problemi alla 51? Forse. Per adesso godiamoci il momento.

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Andate a pagina due per la seconda parte della recensione di Chicago Fire

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