Cannes 2018, Christopher Nolan: La masterclass tra 2001 e la riverenza “Kubrick ha riscritto la storia” | INTEGRALE
14/05/2018 di Thomas Cardinali
Abbiamo avuto il piacere di partecipare alla masterclass di Christopher Nolan che vi proponiamo in versione integrale.
Christopher Nolan ne ha ricordato la prima visione al cinema nel 1977, quando tornò in sala sull’onda del Dunkirk è stata spinta ai massimi livelli ultimando un percorso iniziato con “Il Cavaliere Oscuro”.
Proprio James Bond, che ha definito più simile ad Inception che all’alterego di Bruce Wayne. A seguire tutta la conversazione completa con Christopher Nolan, un’occasione per una lezione di cinema con un uomo che ne sta scrivendo pagine indelebili.
Christopher Nolan, l’amore per Kubrick e la prima volta con Odissea nello Spazio
La prima volte che hai scopeto il film 2001 odissea nello spazio?
“L’anno dopo aver visto Guerre Stellari di George Lucas, sull’onda dell’incredibile successo, tornò in sala. Avevo 7 anni e lo vidi a Leicester Square in 70mm con mio padre, fu qualcosa di sovrannaturale per me che ero solo un bambino. Fui trasportato in un viaggio incredibile e sono molto emozionato all’idea di poter permettere anche alle nuove generazioni di poterne fruire alle stesse condizioni grazie a questo restauro”.
Quale pensi sia stata la più grossa influenza di 2001 su di te?
“Vederlo all’epoca, ancora bambino, mi convinse che col cinema si potesse fare tutto, spingere i limiti oltre l’impossibile. Stanley Kubrick nel 1968 ha letterlamente reinvetato il cinema e ha portato agli estremi di nuovi limiti della cinematografia, ha cambiato il cinema e spalancato una finestra per tutti i registi che sarebbero venuti dopo. I limiti che ci poniamo non sono qualcosa di reale, esiste soltanto la nostra immaginazione. Il viaggio che ho iniziato con 2001 non è ancora concluso. Oggi quel viaggio mi ha portato qui a Cannes, anche se mi fa sempre impressione vedere il mio nome accostato a quello di un genio assoluto come Stanley Kubrick”.
Lei ha contribuito al restauro del film.
“Si dopo aver finito Dunkirk ho iniziato con la Warner a lavorare ad una versione in 4k e questa è in fatti una versione inedita di 2001. Abbiamo dovuto verificare la conformità del formato tra le bobine e la nuova tecnologia 4k. Credo sia un grande regalo restituire questo film al cinema nel formato nuovo. Questo evento è veramente la cosa più bella che poteva fare un festival come Cannes”.
Che problemi ha trovato nel restauro?
“Il restauro ridona tutta la potenza e la bellezza della pellicola e daà una nuova immagine, e aver restaurto con un 70 mm e ridare l’immagine originale preservando poi questa pellicola nel suo formato originale in 70mm”.
E questo formato 70mm ha influenzato la tua cinematografia, come hai lavorato per portarlo ad un’evoluzione con le nuove tecnologie?
“Infatti, quello che è passato nel nuovo formato oggi viene lavorato da noi in modo differente. Grazie a questo tipo di opportunità molti registi hanno voluto tornare indietro, partendo da una vera ideologia di restauro del film. Questo nel caso di 2001: Odissea nello Spazio ha permesso di ridare un qualcosa di formidaibile e conservare per sempre in questo nuovo formato la pellicola nella storia del cinema”.
Quali sono i vantaggi del vederlo in 4k?
“Si hanno vantaggi tecnici con la variaizone di colore, una risoluzione con grandissimi valori, ma è dificile fare una comparazione perché parliamo di un qualcosa di soggettivo. L’ immagine dona una emozione, per me non esiste niente di meglio che dare allo spettatore un’emozione sul grande schermo. Ad esempio sono molto orgoglioso del risultato raggiunto per il 4K di Dunkirk, ma il pubblico oltre ad immergersi in queste esperienze non deve dimenticare il supporto analogico”.