Tra i film più interessanti di questo festival di Tornoto c’è il biopic LBJ che racconterà i successi, le insicurezze e la presidenza di Lyndon Baines Johnson.
Il film, diretto da Rob Reiner (Stand by me, La storia fantastica, Harry ti presento Sally) vedrà Woody Harrelson (Assassini nati, Larry flint – Oltre lo scandalo, Non è un paese per vecchi) interpretare il Presidente americano Lyndon Baines Johnson (successore di JFK, dopo la sua improvvisa morte) responsabile della Guerra del Vietnam. Questo è uno dei due progetti incentrati sulla figura dell’enigmatico Presidente dopo il prodotto targato HBO e intitolato All the way con protagonista Bryan Cranston, vincitore del Tony Award per la medesima performance teatrale, e nominato agli Emmy per la medesima interpretazione nella serie.
Due progetti similari portati avanti nel medesimo periodo non è una situazione così inusuale in Hollywood e, il fatto che i due protagonisti effettuassero le riprese dei loro rispettivi film nel medesimo periodo neanche, ma ciò che rende particolare i due progetti è che i protagonisti, seppur in differenti lavori, hanno unito le forze  e si sono aiutati a vicenda istaurando un forte legame d’amicizia.
Il fatto che Cranston, già interprete  per molti mesi a Broadway del ruolo del presidente, stesse girando un film su di lui ha infastidito non poco Woody Harrelson: ” O mio dio. Bryan è il Marlon Brando dei nostri giorni e lo stò sfidando interpretando anch’io LBJ?” Ero impensierito e non poco a riguardo. Ho pensato”Perchè diavolo stiamo facendo LBJ se anche lui lo sta già facendo, reduce da un grande successo? Ma ho riflettuto sul fatto e ho pensato che il problema, preso nel verso giusto, si sarebbe potuto rivelare un vantaggio”. Harrelson così ha contattato il regista di All the way, Jay Roach (che diresse anche Harrelson in Recount) chiedendogli di fare da tramite per entrare in contatto con il “rivale” Cranston. Mai mossa si rivelò più azzeccata.
“Posso solamente dirvi quanto è stato d’aiuto Bryan; non ci ha mai visto in competizione. Ha visto piuttosto i nostri ruoli come se noi due fossimo degli attori alle prime armi a cui necessitava un aiuto reciproco. Voleva che il mio ruolo fosse quanto di meglio si potesse realizzare. Bryan, nel suo giorno libero, la Domenica, si prendeva un’ora di pausa e stavamo tutto il tempo al telefono parlando del ruolo, dei dettagli, mi dava dei consigli, mi raccontava aneddoti, cose per cui non posso altro che ringraziarlo”.

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Cranston mi ha anche fatto incontrare alcuni allievi di Johnson e diversi lavoratori della biblioteca LBJ, cosa che si è rivelata davvero utile; mai avrei pensato ad un suo aiuto così deciso, di solito uno pensa al contrario con il “nemico” che vuole il tuo fallimento, che il film si riveli un disatro”.

“Sono così entusiasta dell’aiuto di Bryan che non posso dire altro se non che è stato preziosissimo lungo tutta la durata delle riprese; e non solo una o due volte, ma lungo tutto il processo creativo.” “Se solo avessi visto prima di girare la performance teatrale di Bryan, sicuramente avrei rubato da lui qualcosa, ma per paura di rimanerne influenzato, non l’ho fatto. L’ho vista solo di recente e penso che sia stata un qualcosa di incredibile. Gli ho inviato una mail complimentandomi e lui subito mi ha risposto calorosamente”.

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Reiner, ha diretto il film basandosi sulla sceneggiatura di Joey Hartstone, finita nella black list, la lista nera ove sono inserite tutte le grandi sceneggiature rischiose da produrre.
Harrelson, come ha raccontato il regista, non era la sua prima scelta nel casting di Lyndon Johnson, ma egli voleva assolutamente un attore del Texas e “Woody Harrelson è un attore incredibile. Sapevo pefettamente che sarebbe stato in grado di interpretare al meglio questo ruolo. Sono sicuro che gli spettatori noteranno la sua interpretazione e Woody verrà premiato per questa. Sicuramente riceverà una nomination agli oscar come miglior attore protagonista.”
Ma il film, presentato al Toronto Film festival, nonostante una calorosa accoglienza, ancora non ha trovato una distribuzione. ” Vogliamo un distributore che realmente creda nel nostro progetto e farà di tutto per supportare il film e dare a Woody la possibilità di avere la visibilità che merita.”

Rob Reiner

Rob Reiner non è la prima volta che usa la Casa Bianca come set per uno dei suoi film, ma stavolta, per LBJ egli si è concentrato, piuttosto che sulla vita all’interno della casa del presidente degli Stati Uniti, sull’aspetto più umano e fragile che ha caratterizzato l’uomo-presidente.

Reiner ed Harrelson erano riluttanti alla sola idea di toccare con mano l’argomento poichè erano diametralmente opposti alle decisioni che egli prese durante la Guerra del Vietam. In particolare il regista : “Quando ero un ragazzo mi ritrovai in età di leva militare e odiai profondamente le sue scelte. Solamente con il tempo ho compreso appieno come funziona la pilitica e come il governo e la politica vadano di pari passo e, avendo speso molta parte del mio tempo in queste situazioni, ho capito come l’uomo, il Presidente si sia sentito in quegli anni e come, con coraggio e determinazione, abbia affrontato le sue scelte.
Harrelson era ancor più riluttante, anche solo a considerare di far parte di un progetto incentrato su LBJ. “Non rispetto LBJ per via de Vietnam, e ci sono altri aspetti di lui che non condivido, ma ciò fa parte della storia, dell’eredità che lui ci ha lasciato. Con il tempo ciò mi ha portato a leggere una biografia su di lui e ho trovato diversi punti di contatto, qualità che mi hanno davvero incuriosito; nonostante questo ero ancora riluttante al progetto. Quando però Reiner venne ad incontrarmi e mi fece leggere l’incredibile sceneggiatura di Hartstone, ho pensato che l’aderire al progetto fosse la cosa giusta da fare”.
Domani LBJ avrà la sua anteprima mondiale al TIFF Toronto International Film Festival. La Voltage Pictures gestirà i diritti per la distribuzione internazionale. Il film è stato prodotto da Matthew George, Tim White, Trevor White, Liz Glotzer e lo stesso regista Rob Reiner.