Brave Ragazze: Recensione della nuova commedia al femminile

07/10/2019 di Redazione

Dopo l’esordio di Nove lune e mezza, Michela Andreozzi torna dietro la macchina da presa realizzando un action movie femminista intitolato Brave Ragazze.

Siamo a Gaeta nei primi anni Ottanta. Un gruppo di amiche composto da Anna (Ambra  Angiolini), due figli da mantenere e senza un lavoro stabile; Maria (Serena Rossi), che non pensa altro che alla Vergine Maria e vittima delle violenze del marito Giuseppe (Massimiliano Vado). Poi ci sono due sorelle, Chicca (Ilenia Pastorelli) e Caterina (Silvia D’Amico), completamente diverse ma che hanno uno scopo comune: cambiare la loro vita per sempre. Con coraggio di chi non ha davvero quasi niente da perdere decidono di svaligiare una banca travestite da uomini; le indagini saranno affidate al commissario Morandi (Luca Argentero), una presenza che cambierà per sempre il destino di queste “brave ragazze”, perché in fondo, lo sono davvero.

Il nuovo film distribuito da Vision (qui il trailer) sarà nelle sale italiane a partire dal 10 ottobre. Ispirato ad un fatto di cronaca, la Andreozzi ha dichiarato di aver pensato a questo film già molti anni fa. Il risultato è una commedia interessante con tutti i criteri in regola che si distacca dallo standard italiano degli ultimi tempi. Brave Ragazze è una commistione di temi, generi e situazioni che non annoiano mai. Ad esempio, viene tratto in chiave ovviamente comica il tema della violenza sulle donne, cui Maria è vittima del “suo” uomo Giovanni.

Elemento cardine è la comicità che non fatica ad emergere sin dalle prime inquadrature (principio non scontato nelle ultime produzioni di genere). Questo film è un’istantanea fedele di quello che erano gli amati Anni Ottanta, la vita di provincia, la condizione della donna, le lire. La Andreozzi ci ha proiettato in un’epoca che emoziona chi l’ha vissuta e insegna a chi non c’era. Non mancano l’insicurezza della propria sessualità e la voglia di emigrare all’estero: il futuro fa ancora paura. Brave Ragazze non è nulla di particolarmente originale, se non lo specchio dei giorni nostri, soprattutto un giusto punto in più a favore dell’universo femminile.

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