Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald recensione, la Rowling vince l’all in su Johnny Depp e apre nuovi scenari
14/11/2018 di Thomas Cardinali

Abbiamo visto in anteprima “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” e lo abbiamo amato così come l’interpretazione da brividi di Johnny Depp. La nostra recensione.
Johnny Depp è Gellert Grindelwald, riesce con la sua sola presenza a trasformare il personaggio che avevamo solo sfiorato nella saga letteraria di Harry Potter in carne oltre ogni più rosea aspettativa. Erano anni che non vedevamo un Johnny Depp tanto ispirato, in “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” ci regala una delle migliori prove attoriali della sua carriera confermandosi un gigante e finalmente uscendo fuori dalla macchietta in cui era stato relegato nei suoi ultimi lavori costretto ad interpretazioni che non gli rendevano giustizia.

Il modo in cui Gellert Grindelwald entra in scena, il modo in cui riesce a trasmettere il terrore e le emozioni agli spettatori è interamente merito della immensa presenza di Johnny Depp e dell’ottima scrittura di J.K Rowling nei dialoghi. Purtroppo il resto del cast, a esclusione di Albus Silente con un Jude Law perfettamente nella parte, non riesce a trasmettere molto anche a causa dell’ennesima regia mediocre di David Yates. La sua presenza in questa saga non è più giustificata, anche perché il lavoro tecnico specie della scenografia con una ricostruzione meravigliosa di Parigi non può essere offuscato dai suoi cambi di campo e dalla gestione dello spazio spesso priva di ogni senso logico in più di una circostanza. Anche gli effetti speciali non rendono come avrebbero potuto in mano ad un buon regista in “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald”, che peccato il rifiuto di Alfonso Cuaron a tornare nella saga.
Dimentichiamoci del problema Yates e arriviamo a spiegare invece perché “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” è uno dei migliori film, sicuramente il più emozionante, del Wizarding World. Lo è perché non partendo da una base letteraria riesce a sorprendere, facendolo pienamente nonostante alcune cose potrebbero far rizzare le antenne ai potteriani più accaniti perché stonano col canone. che uccise la sorella Ariana e mettendo dei dubbi sulla vera motivazione d’amore nel mancato scontro immediato con Grindelwald.
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, all in su Johnny e il passato di Newt con Leta
Newt Scamander in “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” non è più il protagonista, ma è chiaro come sia diventato come tutti gli altri un piccolo ingranaggio nello scenario quasi da pokeristico in cui la Rowling ha deciso di fare all in su Gellert Grindelwald e di come nei prossimi film andrà a prepararsi alla sfida con Albus Silente. I flashback sulla giovinezza di Newt per spiegarci il personaggio sono fondamentali per capire il perché della sua relazione con Leta Lestrange, una ragazza tormentata per un terribile segreto che verrà svelato in una delle location più affascinanti del film. Sin dall’inizio si ha come la sensazione che la storia su di loro vada molto di corsa, dando il sentore che sarà poco il tempo per raccontarla ma probabilmente è anche quello giusto perché a chi interessa di un amore giovanile e di una ragazza tormentata quando vogliamo sapere di Grindelwald e Silente?
Il cimitero di Pere Lachaise ricostruito alla perfezione, un ambientazione lugubre che ricorre ciclicamente nella saga a sottolineare il legame indissolubile tra la morte e l’incarnazione del male prima con Voldemort e ora con Gellert Grindelwald. Se però avevamo imparato ad apprezzare il personaggio interpretato da Ralph Fiennes, che aveva puntato tutto sulla teatralità e poteva contare su uno scritto di base molto solido e creato attraverso più libri, stavolta Johnny Depp ha dovuto metterci tutto se stesso e ha mostrato cosa significhi essere davvero un interprete nel monologo finale, già presente nel trailer, che farà brillare gli occhi ai fan. La raccolta alle armi dei suoi seguaci nel finale di “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” sembra quasi un discorso della politica populista contemporanea, ma pronunciato con la voce di Johnny Depp assume un fascino irresistibile.
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald e quello specchio pregno di significato

Lo specchio delle brame si modifica e per la prima volta mostra come desiderio un’azione passata, segno evidente di come la vita di Albus Silente nonostante il sorriso e le battute che ne caratterizzi da sempre il carattere, sia in realtà una lotta contro la solitudine e contro il rimorso attanagliante del proprio cuore come egli stesso rivela. Un’immagine essenziale, forse la più importante di tutto il film perché anche quello da molti definito “il più grande mago del mondo” non riesce a curare le ferite del proprio animo, cicatrici indelebili della vita come accade a molti nella realtà.

La scelta del simbolismo è da sempre importante nella Rowling, lo è dalla prima scena di “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” in cui mostra il dialogo tra Silente e Newt all’interno di un classico autobus british e anche quando sceglie di ambientare il resto del film Parigi con il Ministero della Magia francese che sembra avere il tetto identico a quello del Grand Palais. Anche i riferimenti a luoghi come le case segrete di protezione usate in questo modo nel film ricordano quasi quelle degli agenti segreti, con i momenti più comici lasciati a Jacob e Newt ma che sembrano quasi stonare con il resto del tono assunto dal film. “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” è il passaggio di svolta fondamentale che doveva esserci per dare una direzione e un senso alla messa in scena di ben cinque capitoli.
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, i segreti di famiglia non sono sui Lestrange
Quella che doveva essere la scoperta della famiglia Lestrange in realtà si preannuncia essere come un far luce sui misteri di Gellert Grindelwald e di Albus Silente, con il pericolo però che personaggi come quello di Eddie Redmayne scompaiano inghiottiti dalla grandezza dei due principali protagonisti. La bravura di un grande regista sarebbe servita a dare una maggiore presenza al resto dell’ottimo cast, ma purtroppo dobbiamo accontentarci. Spicca sempre la love story impossibile tra Queenie e Jacob, con una svolta in questo caso molto scontata che sembra quasi Star Warsiana se pensiamo ad un idealistico passaggio al lato oscuro.
Ecco se con il concetto del trio la Rowling aveva rubato molto alla saga di George Lucas qui lo fa per i colpi di scena, rischiando di far gridare allo scandalo per quella mania tutta contemporanea di non apprezzare la riproposizione di particolari svolte narrative già viste nella cinematografia. In questo caso chi vi scrive l’ha amata perché ci ha regalato una svolta da lasciare a bocca aperta, una sensazione di stupore che non si provava da tempo in film di questo genere. La mamma di Harry Potter mostra una grande padronanza della mitologia e un modo di usarla sensazionale, forse perché a differenza degli altri giganti del genere fantasy è stata l’unica a crearne uno che si incastra perfettamente con la storia del nostro mondo, come dimostra l’immagine della seconda guerra mondiale. Ecco la saga di Animali Fantastici nonostante la presenza di pelosi amici è da subito più seria, più oscura di quella di Harry Potter dove abbiamo dovuto aspettare tre film di sviluppo.
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald e la continua connessione potteriana
La presenza di collegamenti e rimandi continui ai libri del maghetto in “Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” che potrebbe sembrare forzata – lo è solo al fuga dagli archivi in pieno stile profezia de “L’Ordine della Fenice – in realtà apre a scenari ancora più inquietanti, anche perché ora che abbiamo scoperto Nagini e la sua vera natura dalla curiosità di scoprire come Lord Voldemort arriverà a conoscerla e a fuorviarla. La presenza di Nicholas Flamel è anch’essa forzata, ma molto meno se si considerano le sue origini e il legame con Albus Silente, quindi non è stato difficile pensare che si fosse schierato contro Gellert Grindelwald. Forse l’unico personaggio che si avvicina per brillantezza ai due protagonisti è Leta Lestrange, sacrificata sull’altare del più alto concetto rowlinghiano presente in ognuno dei suoi film: l’amore vince sull’odio anche quando perde, anche solo la semplice capacità di provarlo. D’altronde Albus Silente lo disse ad Harry che l’unica arma che avevano contro Voldemort era l’amore, anche se questa volta Grindelwald si mostra di manipolarlo portando sorprendentemente sulla via del male come accadde in una galassia lontana lontana.
“Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald” poteva essere solo ambientato a Parigi, città affascinante che si ama o si odia con uno dei cimiteri più scenografici al mondo. Anche il pubblico amerà o odierà questo secondo capitolo e noi lo abbiamo amato, come abbiamo amato Johnny Depp che risorge dalle ceneri come una Fenice mostrando ancora una volta di essere probabilmente uno dei pochi interpreti maledetti in grado di affascinare terribilmente in qualsiasi ambito. Abbiamo altri due anni di teorie e elaborazioni, in attesa che un terzo film ci lasci nuovamente con il fiato sospeso perché mai come in questo caso l’importante è il viaggio che la Rowling ci sta organizzando nonostante tutti ne conoscano il finale.
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald valutazione
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