A Quiet Passion: Recensione dell’intenso film su Emily Dickenson

A Quiet Passion di Terence Davies racconta la vita della celebre poetessa americana Emily Dickinson interpretata da una straordinaria Cynthia Nixon.

Terence Davies nel suo “A Quiet Passion” presenta un’artista tanto amata quanto complessa, Emily Dickinson giustamente considerata una delle massime voci poetiche mondiali che non ha avuto il giusto riconoscimento in vita. Su una produzione di piu di 1800 componimenti ne vide pubblicare, quasi a forza, poco più di dieci e proprio questa sua solitudine è al centro di “A Quiet Passion”.
La protagonista del film è interpretata da Emma Bell negli anni giovanili e poi da adulta da una straordinaria Cynthia Nixon in un lungo percorso di 126 minuti. Protagoniste sono proprio la poesia e la voce di Emily Dickinson, magistralmente interpretata in “A Quiet Passion” dalle due attrici che rappresentano l’una il proseguo dell’altra in una sola unica grande performance.

La Cynthia Nixon di “Sex and the city” in “A Quiet Passion” lascia il posto alla delicatezza degli sguardi alle parole quasi sussurrate ma potenti, alla felice routine familiare che Emily Dickinson vuole davvero tutta per sé. La poetessa protegge la sua famiglia e non desidera altro che questa imperfezione familiare, che definisce come imperfetta ma in ogni caso come unica cosa che desidera davvero. Terence Davies restituisce al fascino ribelle di una donna ostinata e volitiva il dono prezioso della compassione.
Emily Dickinson non sopportava l’idea di vivere senza la sua famiglia, ne apprezza il valore e ne riconosce l’autorità come il regista in “A Quiet Passion” riesce a raccontare anche nelle piccole cose, nelle richieste ormai scontate ma che all’epoca manifestavano un rispetto ormai perduto. Oggi nessuno si sognerebbe mai di chiedere al padre (un superbo Keith Carradine)  di poter scrivere di perché la notte è il momento migliore, quello in cui l’anima e la mente si confondono diventando un tutt’uno.

Emily Dickenson scrive una poesia al giorno, i suoi versi sono rigorose riflessioni sul tema della morte, della solitudine fisica che si impone dopo la morte del padre, in un lutto profondo , sentito, voluto , cercato , certificato pero’ da una lunga veste bianca che la consumerà fino alla fine. Le scene della malattia sono rese in modo straziante, disturbante per lo spettatore. La visione straordinaria in “A Quiet Passion” è quella di un’asceta che non si tira indietro ai suoi doveri di figlia , sorella pur devastata da una terribile malattia che la porterà alla morte a soli 56 anni.

Terence Davies rispondendo a una domanda durante l’incontro a Roma sul suo “A Quiet Passion” su come lui giudichi la solitudine di Emily Dickinson, dice che si tratta di vera solitudine fisica e non psicologica, la poetessa distilla tutte le sue paure nella bellezza del mondo. Il suo mondo, la sua casa il suo nido è Amherst, il suo giardino e la finestra della sua camera, luogo del suo volontario asilo, è la porta aperta verso il mondo.
“A Quiet Passion” è un gioiello di rara bellezza e intensità, è un film delicato sulle piccole cose che celano tesori nascosti, una passione quieta come recita il titolo o piuttosto una quieta passione, imprigionata in un interminabile gioco di parole che ci hanno fatto piangere e innamorare, se mai ce ne fosse bisogno di colei che scrisse:

“Questa è la mia lettera al mondo che mai scrisse a me”

Ecco il mondo non riuscì mai a scrivere ad Emily Dickinson, non riuscì mai ad accoglierla ma l’ha resa immortale ai posteri e Terence Davies ha saputo trasmettere l’eternità della sua voce confezionando con “A Quiet Passion” un biopic a tratti anche divertente arguto mai scontato, vero straziante che merita davvero di essere visto.

A cura di Paola Vita
 
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