Buco da 900 milioni di euro per spesa farmaceutica: Federfarma non paga, tocca allo Stato

22/09/2017 di Redazione

C’è un buco di 900 milioni di euro per la spesa farmaceutica extra, quella cioè che ha sforato i tetti previsti dalla normativa. Secondo lo Stato compete a Federfarma coprirlo, ma le aziende farmaceutiche si sono opposte e hanno fatto ricorso al Tar: risultato? Siccome i conti delle Regioni non sono abbastanza dettagliati, non c’è modo per l’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) di dimostrare di avere ragione e così il buco dovrà essere colmato dalle casse pubbliche.

Lo rivela oggi Franco Bechis su Libero, ma il buco è ormai vecchio, accumulato nel triennio 2013-2015. Quando si sfondano i tetti previsti per la spesa farmaceutica (che negli ultimi anni sono sempre più bassi, a causa della spending review), la normativa prevede che sia la filiera del farmaco a coprire interamente l’extra per la spesa territoriale (quella delle farmacie), mentre quella ospedaliera va spartita a metà tra le Regioni e le aziende farmaceutiche. Secondo i conti dell’Aifa, nel triennio 2013-2015 la spesa farmaceutica ospedaliera ha superato il tetto previsto di ben 3,4 miliardi: 1,7 dovevano provenire dalla filiera del farmaco e 1,7 dalle Regioni. «Ma le aziende farmaceutiche questa volta si sono messe di traverso: non hanno pagato e hanno contestato quei conteggi registrati dall’Aifa, sostenendo che a loro risultava uno sforamento assai più basso e che la loro quota non superava 800 milioni di euro. Novecento milioni di euro meno di quelli che risultavano allo Stato: il buco di cui stiamo parlando», spiega Libero.

SPESA FARMACEUTICA, BRACCIO DI FERRO TRA FEDERFARMA E AIFA PER UN BUCO DA 900 MILIONI DI EURO

Il problema è che il Tar non ha dato ragione all’Aifa, censurando il suo metodo di conteggio. Intanto il governo ha cercato di correre ai ripari: ha presentato per decreto un piano di rientro della spesa farmaceutica extra, scontando alla filiera del farmaco 240 milioni di euro, per una cifra compressiva di 1 miliardo e 460 milioni, comunque molto più alta degli 800 milioni che Federfarma sosteneva di dover pagare. «In Parlamento c’era chi gridava al regalo per le lobbies del farmaco», spiega Bechis, ma evidentemente il dono non era abbastanza gradito. Le aziende farmaceutiche lo hanno rifiutato e in 700 hanno fatto nuovamente ricorso al Tar: non è andata bene per l’Aifa e ora lo Stato dovrà mettere di tasca propria i 900 milioni, rischiando di doverne sborsare ben di più per gli anni successivi, 2016-2017, come spiega l’articolo di Libero:

Al Tar le cause sono state riunificate, con una semplice richiesta all’Aifa: loro sostengono di dovere pagare 800 e presentano le pezze di appoggio per questo calcolo. Voi dite che invece sono dovuti 1,7 miliardi di euro: ci potete dimostrare sulla base di quali documenti? E qui il direttore generale dell’Aifa, Mario Melazzini, è praticamente impazzito nella ricerca. Ha chiamato tutte le regioni in cui quella spesa era impazzita, e chiesto di fare arrivare all’agenzia del Farmaco le notule di spesa dettagliate. Ma le Regioni non avevano sotto controllo i flussi reali: conoscevano il totale della spesa, ma non il dettaglio.

In sostanza non ci sono le pezze amministrative di appoggio per dimostrare che le aziende farmaceutiche hanno torto. E l’Aifa in queste condizioni prima ha chiesto e ottenuto il rinvio delle udienze previste in tribunale per luglio ed ottobre, e poi si è avviata all’unica trattativa possibile: riconoscere i conti delle aziende farmaceutiche, e accettare una loro pay back alle Regioni di 800 milioni di eruo, registrando quindi un buco fantasma di 900 milioni di euro. Per farlo però l’Aifa ha bisogno di una copertura formale da parte del governo, che soprattutto eviti con una sorta di sanatoria che potrebbe essere inserita nella prossima legge di bilancio qualsiasi azione di responsabilità davanti alla Corte dei Conti per quel buco non recuperato.

Probabilmente arriverà, ma è solo la prima tappa di un lungo calvario. Perché fra pochi mesi lo stesso identico problema si riproporrà per il biennio 2016-2017, visto che i conti dell’anno scorso indicano già uno sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera di circa 2,7 miliardi di euro.

Foto copertina: ansa/stringer

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