Sondaggi politici: il caos migranti non aiuta Salvini, la Lega non cresce più

La frequente presenza di Matteo Salvini nei talk show televisivi e la sua campagna aggressiva sulla questione migranti hanno senz’altro favorito negli ultimi mesi la risalita nei sondaggi della Lega Nord, un partito rivelatosi molto più lepenista che federalista e ormai identificabile con il suo leader carismatico. Ma la crescita di consensi del Carroccio (resa più agevole anche dalla prolungata assenza dalla scena politica di Silvio Berlusconi) in queste settimane si è probabilmente esaurita, perché è quasi nullo l’effetto dei messaggi di Salvini nella fase più critica dell’emergenza profughi.

 

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SONDAGGI POLITICI, DA GIUGNO LEGA STABILE –

A rivelarlo è il confronto dei dati sulle intenzioni di voto elaborati da quegli istituti demoscopici che costantemente monitorano l’umore e le simpatie dell’elettorato. La Lega Nord, dopo settimane di offensiva sul tema immigrazione da parte del suo segretario, si conferma oggi ad un ottimo livello di consenso, oltre il 15%, un dato inimmaginabile ai tempi in cui il partito era nelle mani di Bossi e Maroni, ma perfettamente in linea con quel 15% di consenso che gli stessi sondaggisti attribuivano al Carroccio ad inizio giugno, pochi giorni dopo le Regionali, e in linea con il 15% sfiorato già tra fine febbraio e inizio marzo.

 

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Nel dettaglio il partito di Salvini (considerando i numeri diffusi nei primi giorni di settembre da Lorien Consulting, Swg, Ixè, Emg Acqua, Istituto Piepoli, Euromedia Research e Datamedia Ricerche) viene segnalato in media al 15,6% dei consensi, pochi decimi in più del 15,3% di media dei sondaggi realizzati tra il 30 maggio e il 9 giugno dagli stessi istituti (con l’aggiunta di Ipsos). Si conferma su un livello molto basso invece Forza Italia, che alle Europee del 2014 non era andata oltre il 16,8%. Gli azzurri si fermano oggi poco oltre l’11% dei voti (precisamente all’11,3%), in calo di circa un punto dal 12% di inizio giugno e al 12,9 di febbraio-marzo.

SONDAGGI POLITICI, IN 6 MESI IL M5S È SALITO DI 6 PUNTI –

I segnali sono, al contrario, molto positivi per il Movimento 5 Stelle, che recupera ancora terreno sul Partito Democratico. Il Pd oscilla intorno al 33% (si muove nei sondaggi tra il 31,2 e il 33,4%), ma ha perso 2 punti dal dopo Regionali e ben 5 punti negli ultimi sei mesi. I pentastellati stanno percorrendo una via opposta. Dal 18,2% di media rilevati dai sondaggi di fine febbraio e inizio marzo sono giunti ora al 24,5%, riuscendo a recuperare ben 6 punti percentuali. Il tutto senza che Beppe Grillo cercasse una forte visibilità, come aveva invece fatto ai tempi di Europee e Politiche.

 

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SONDAGGI POLITICI, NCD-UDC SCENDONO SOTTO IL 3% –

Tra i partiti minori, invece, va rilevata la tenuta di Sel, indicata mediamente al 3,5% dei consensi, e la caduta di Ncd e Udc. I centristi di Area Popolare sono finiti sotto il 3%, che rappresenta la soglia di sbarramento per l’ingresso alla Camera stabilita dalla nuova legge elettorale. La media dei sondaggi indica esattamente il 2,9%. Euromedia gli attribuisce addirittura un deludente 1,8%.

SONDAGGI POLITICI, IL PD BATTE LA DESTRA IN 6 CASI SU 7 –

Infine, una considerazione va fatta sulle coalizioni. Un’ipotetico schieramento di centrodestra composto da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia non supererebbe oggi il Pd. La somma del consenso dei partiti di Berlusconi, Salvini e Giorgia Meloni è infatti superiore ai voti dei Democratici in un solo sondaggio su sette.

(Tabelle: Giornalettismo. Foto di copertina: Ansa / Paolo Magni)

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