Sondaggi: la giunta Marino bocciata dall’82% dei romani

Quattro romani su 5 bocciano la giunta guidata da Ignazio Marino. A rivelarlo è un sondaggio realizzato lo scorso 29 giugno dall’istituto demoscopico Tecné e diffuso il giorno 30 (martedì scorso) nel corso della trasmissione di Raiuno Porta a Porta. A quanto emerge dalla rilevazione l’82% dei cittadini della Capitale esprimono una valutazione negativa (con votazione ompresa tra 1 e 5) sull’operato del sindaco e degli assessori comunali e solo il 18% del campione si dice soddisfatto (con votazione dal 6 in su) della loro attività.

 

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SONDAGGIO, GIUNTA MARINO BOCCIATA DALL’88% DEI 5 STELLE –

Dal sondaggio di Tecnè in particolare emerge che si tratta di un malcontento, quello nei confronti della giunta Marino, che attraversa ogni schieramento politico. Gli amministratori della città di Roma vengono bocciati infatti dal 55% degli elettori di centrosinistra, dall’88% di chi volta il Movimento 5 Stelle e dal 95% di chi alle urne sceglie invece il centrodestra.

SONDAGGIO, DIMISSIONI DI MARINO GRADITE AL 51% DEI ROMANI –

Duro anche il giudizio sul futuro di Marino. Il sindaco si dovrebbe dimettere per il 51% del campione intervistato, e solo per il 31% dovrebbe invece andare avanti fino alla scedenza del mandato. Anche in questo caso emerge un forte malcontento della base di centrosinistra. Vorrebbe l’addio del primo cittadino il 46% di chi vota lo schieramento guidato dal Pd. Il 48% preferirebbe che Marino proseguisse fino a fine mandato. Ma vorrebbero le dimissioni del sindaco il 76% di chi sceglie il Movimento 5 Stelle e il 75% degli elettori di centrodestra.

SONDAGGIO, M5S PRIMO PARTITO A ROMA CON IL 32% –

Un allarme per il sindaco giunge infine dai dati relativi alle intenzioni di voto. Secondo l’istituto Tecné (che ha interpellato un campione di 1.000 romani) se si votasse oggi per il rinnovo del consiglio comunale il Movimento 5 Stelle sarebbe primo partito con il 32% dei consensi contro il 26% del Partito Democratico e l’11% di Forza Italia. Fratelli d’Italia conquisterebbe poi il 7% dei voti. Sel, Lega Nord e Area Popolare si fermerebbero al 4%.

(Foto: Ansa / Angelo Carconi)

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