Soldi ai partiti: tutte le fregature della nuova legge

02/01/2014 di Dipocheparole

Roberto Perotti, economista e professore all’Università Bocconi di Milano, al Corriere della Sera parla delle pieghe nascoste nella legge sul finanziamento pubblico ai partiti. E illustra anche qualche “caso curioso” contenuto nel decreto legge di Enrico Letta, quello in cui comicamente il premier si bullava di aver cancellato il finanziamento pubblico ai partiti:

«La realtà è ben diversa—afferma Perotti— i partiti continueranno a pesare sul contribuente dai trenta ai sessanta milioni, poco meno di quanto costano ora». Perché «nonostante vengano eliminati i rimborsi delle spese elettorali (il 25 per cento l’anno fino ad arrivare a zero nel 2017), verrà consentito al contribuente di destinare a un partito il 2 per mille della propria imposta fiscale». Questo vuol dire—secondo Perotti—che non si tratta di contribuzioni di privati, ma di un meccanismo che mette il finanziamento di ogni singolo partito «a carico di tutti i contribuenti ».

Quindi a carico anche di chi magari vota per il partito di segno politico opposto:

Il motivo è che il 2 per mille «costituisce una detrazione al 100 per cento dell’imposta dovuta » da ogni singolo cittadino. Un esempio aiuta a capire. «Se lo Stato adesso raccoglie 10 mila euro di tasse per pagare sanità e pensioni, e il contribuente destinerà un euro a un partito attraverso il 2 per mille, tutti i contribuenti nel loro complesso dovranno pagare 1 euro in più di tasse per continuare a pagare lo stesso livello di pensioni e sanità». Perotti aggiunge adesso un dettaglio che rende particolarmente «odioso »—dice—il nuovo sistema.

Di qui, la fregatura:

Ed è appunto la detrazione al 100 per cento che sarà possibile per circa 45 dei sessanta milioni (che potranno essere versati ai partiti). I restanti 16 milioni saranno detraibili al 37 per cento. Ebbene, se invece un cittadino vuole destinare soldi ad esempio alla ricerca sul cancro, la detrazione è e rimane solo del 19 per cento. Quindi i partiti sottrarranno allo Stato molto di più delle organizzazioni benefiche.

(Credits immagine: ANSA/ MOURAD BALTI TOUATI)

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