Siria, un sogno chiamato Mondiali: il Paese martoriato che torna a sperare attraverso il calcio

La Siria prova a essere un Paese normale. E lo fa attraverso la medicina più classica: l’entusiasmo collettivo per il calcio. La nazionale, in virtù del pareggio all’ultimo respiro con l’Iran (2-2 al 92° minuto), è ancora in corsa per guadagnarsi l’accesso ai mondiali di calcio di Russia 2018. Sarebbe un’impresa mai riuscita prima. E sarebbe anche il lieto fine di una vera e propria favola.

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SIRIA RUSSIA 2018, IL PERCORSO DOPO IL GIRONE

Le esplosioni risuonano ancora tra Damasco e Aleppo. Qualcuno prova a fare più rumore, gridando a squarciagola per il gol del pareggio di Omar Al Somah. I siriani hanno visto il match, nei bar, nelle case con la televisione. Piccoli raduni per provare a dimenticare, almeno per 90 minuti, la guerra oltre le finestre. Ora, cercheranno l’impresa: superare l’Australia in una sorta di semifinale. Poi, un ulteriore ostacolo, quello della finalissima contro la quarta del girone Centro-Americano, ovvero una tra Usa, Honduras o Panama.

SIRIA RUSSIA 2018, LA REALTÀ DELLA NAZIONALE DI UN PAESE IN GUERRA

«Daremo tutto per realizzare il nostro sogno» ha detto a fine partita il c.t. siriano Ayman Hakeem, a capo di uno staff che guadagna, in media, più o meno 100 dollari al mese. Il campionato siriano, dal 2014, è tornato a esistere, ma in molti credono che sia soltanto una manovra di Assad per dare una parvenza di normalità al Paese. Inoltre, la nazionale non può giocare le sue partite in casa: troppo pericoloso. Dal 2011, la Siria disputa i suoi match in Malesia, a 7000 chilometri di distanza da Damasco. Molti dei suoi calciatori (circa 38, secondo una stima non ufficiale) sono scomparsi nel corso del conflitto.

Nemmeno l’Isis, nemmeno una dittatura asfissiante, nemmeno la guerriglia quotidiana possono interrompere la favola del calcio. Da oggi, tutto il mondo tifa Siria. Una squadra del genere meriterebbe un accesso ai mondiali honoris causa. Per il fatto stesso di esistere.

(Credit Image: Vichan Poti/Pacific Press via ZUMA Wire)

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