Sindaco Marino processato per corruzione: “Assumete 30 persone e aprite subito”

Sindaco Marino processato per corruzione e peculato: Fabio Silvagni, primo cittadino del comune dei Castelli Romani, è stato raggiunto da provvedimenti di custodia cautelare ai domiciliari per aver chiuso uno scambio economico-elettorale; permessi velocizzati per far aprire alcuni ristoranti della catena Burger King nel territorio del comune in cambio di assunzioni di soggetti segnalati dallo stesso cittadino, in modo da assicurarsi un sicuro ritorno in termini di voti.

SINDACO MARINO AI DOMICILIARI PER CORRUZIONE, LE INTERCETTAZIONI

Il sindaco aveva segnalato trenta persone da far lavorare negli esercizi commerciali costruiti a tempo di record mutando la destinazione catastale di alcuni immobili, da artigianale a commerciale. Il Messaggero oggi pubblica stralci delle intercettazioni telefoniche che hanno permesso i provvedimenti cautelari.

Parlava in ufficio («famo piglià qualcosa pure a lui») riferendosi al suo impiegato fidato Bruno Saccovino senza temere microspie e chiacchierava al telefono, che era intercettato, dando giorno dopo giorno agli inquirenti contezza della “prassi” del malaffare. Non si risparmiano neanche i suoi corruttori, l’imprenditore David Biancifiori e il suo braccio destro, il poliziotto Gianluca Tomasi, l’agente della polstrada di Albano che si è messo in malattia per fare il manager ed aprire in tempi record cinque Burger King, a Genzano, Latina, Roma in piazza Meucci, Salerno e appunto a Marino in via Nettunense, dove viste le illegittimità manifeste è scoppiata «la bomba».

“Noi vi facciamo aprire”, aveva detto Silvagni a Biancifori, “e voi assumete trenta persone, venti segnalate da noi”. D’altronde, aveva commentato Biancifori al telefono, “tu considera trenta posti di lavoro sono millecinquecento voti e in un comune fanno la differenza… Stamo sempre là, questo è il mondo in cui viviamo”.

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MANCANO I PERMESSI”

Ma c’è un problema: nonostante i cambiamenti di destinazione d’uso lampo, le carte non sono in regola, e Biancifori inizia a capire che il suo affare d’oro non è poi così dorato. 

Dopo l’inaugurazione a dicembre arrivano degli stop prima per il parco giochi “Il pirata dispettoso” annesso al Burger e poi per il Burger stesso. Biancifiori che teme di vedersi sfumare l’affare va su tutte le furie. A Tomasi che si sfoga con lui («Il sindaco intanto i posti li ha voluti…Io stamattina ho chiamato e gli ho detto “Se mi fate qualche cosa io ve li caccio tutti quelli che mi avete mannato…”) risponde categorico: «Basta, minacciali proprio». 

Fra gli intercettati c’è anche chi cerca di opporsi, fa notare, rimane fedele al suo dovere nel sollevare il problema della spregiudicata operazione urbanistica: è Stefano Petrini, dirigente del dipartimento urbanistica del comune.

Criticando col sindaco una collega anticipa lo scandalo: «Ma tu che ne sai della normativa urbanistica, te metti a fa la scienziata…Pensasse al Burger King che tra poco gli scoppia una bomba sotto il culo…». «Di questa questione non ho mai saputo un c…, sindaco. All’improvviso salta fuori pure il parco giochi per farci saltare i ragazzini. E che è un deposito artigianale quello? Ce mettono in galera tutti quanti…». Il sindaco resta imperterrito: «E per farlo sta a posto che tocca fa?». Petrini: «Da un punto di vista urbanistico sta cosa non sta in piedi» taglia corto l’ingegnere.

 

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