Il sindacato (medievale) s’indigna per le gambe della vicequestore su Facebook

Mostrare le gambe su Facebook con una foto ammaliante ma per nulla volgare o hard. È una scelta libera che compiono molte donne, di ogni età. Una scelta che può non piacere, può essere criticata (perché ritenuta in taluni casi inopportuna) ma che certamente non può essere considerata a priori come gesto che prova una mancanza di senso morale. Probabilmente non la pensa così il ‘Movimento dei poliziotti democratici e riformisti’, un sindacato di Polizia che ha addirittura scritto una lettera al questore di Catania per denunciare la pubblicazione da parte della vicequestore Marilina Giaquinta di un’immagine delle proprie gambe in quella che viene definita «una discutibile posa». Nella missiva, firmata dal segretario provinciale del Mp, rileva che «anche la sottana di pizzo nera» indossata dalla vicequestore nella foto postata su Fb «profonde connotazioni conturbanti e poco consone ad un dirigente di polizia», e che oltretutto alcuni commenti all’immagine sono «chiaramente allusivi». Insomma, ci troveremmo di fronte ad una condotta «biasimevole» di un vicequestore che «aspira a diventare questore».

 

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Visioni (ma soprattutto pregiudizi) che ricordano tempi che furono. Tempi infarciti di una buona dose di fondamentalismo e oscurantismo. La diretta interessata – a ragione – ha risposto al sindacato parlando di Medioevo (definisce «medioevali» le accuse ricevute) e paragonando il polverone sollevato intorno alla sua foto alla polemica sui copricapi indossati dalle donne islamiche. «Ho semplicemente messo una mia foto nel mio profilo personale», è una sua dichiarazione riportata oggi dal Corriere della Sera. «Il resto – ha continuato Giaquinta – sono tutti commenti giocosi con i miei amici. Di cosa dovrei vergognarmi? Se oggi fa ancora scandalo la foto delle gambe di una donna di qualche centimetro sopra la rotula allora siamo veramente al burqa e al burkini». La vicequestore non ha poi evitato frecciate agli accusatori: «Quella sigla rappresenta qualche centinaio di agenti in tutta Italia ed è chiarissimo che si tratta di un attacco strumentale da parte di un collega che non è più in questura a Catania. Ma non è questo il punto, perché non è stato posto un problema sindacale. È stato piuttosto un attacco medievale che mi offende come donna e come dirigente di polizia. Penso che la Polizia di Stato sia molto avanti. Tanto che i miei superiori non hanno dato alcun peso alla lettera».

Non conosciamo se dalla questura arriverà un commento. Ma certamente la vicequestora è stata raggiunta in poche ore da numerosi attestati di stima. Nei commenti ai post sulla sua bacheca Facebook i messaggi di vicinanza dopo un attacco ingiustificabile si sprecano. E si sprecano anche le critiche al ‘Movimento dei poliziotti democratici e riformisti’ postati sulla pagina fan (1.600 follower) del sindacato. Qualcuno che dice di conoscere bene Giaquinto, sul suo diario ha chiesto: «Come può un Movimento democratico e riformista fare una porcata del genere? Perché non tengono conto dei tuoi meriti, infiniti, della tua abnegazione per il servizio, la tua immensa competenza?». Bella domanda. Per qualcuno – vien da rispondere – l’onore è più una questione di gambe che di cuore e cervello.

(Immagine dal profilo Facebook di Marilina Giaquinta: Facebook.com/marilina.giaquinta)

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