La senatrice Monica Cirinnà: «Chi a Natale mangia carne e pesce è un cannibale…»

20/12/2016 di Redazione

«Chi a Natale mangia pesce e carne fa i conti con la propria coscienza, io dico che sono dei cannibali, e non è detto che sia un’offesa». A parlare è la senatrice del Partito Democratico, animalista convinta e felicemente vegetariana, Monica Cirinnà, nel corso del programma di Rai Radio 1 ‘Un giorno da pecora’, condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.

MONICA CIRINNÀ A ‘UN GIORNO DA PECORA’: «ECCO IL MIO MENÚ DI NATALE»

La Cirinnà ha poi dato il menù del suo pranzo natalizio, rigorosamente vegetariano: «Come antipasto, vol-au-vent con la crema di asparagi del mio orto, poi due primi: crepes ai carciofi, fatte con le uova delle mie galline, e poi mezzemaniche imbottite alla siciliana». E per secondo? La senatrice Pd ha continuato: «Festival di polpette, in bianco che in rosso, di tutto. Polpette di zucchine, melanzane, lenticchie, ceci, seitan. E per finire, un vulcano di purè di patate, con all’interno piselli saltati in padella». Nessuno, durante queste sue cene, le chiede carne o pesce? «Perché bisogna festeggiare il giorno più bello della natività con qualcuno che è morto? Ad esempio, per chi mangia l’abbacchio: in realtà l’agnello non è altro che il bambino della pecora…».

 

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MONICA CIRINNÀ A ‘UN GIORNO DA PECORA’: «QUANDO LIBERAI 36 TOPOLINI…»

Nel corso del programma Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili, ha raccontato anche un singolare aneddoto, anch’esso con degli animali protagonisti: «Una volta avevo 36 topolini, ma poi li ho liberati tutti, qui a Roma, in centro, in un posto che non confesserò mai: dove non ci sono né macchine né gatti». Ma quando lo ha fatto? «Anni fa, quando li avevo io. Ora si saranno centuplicati!». E che tipo di topi erano? «Un mix tra topini di campagna e laboratorio, erano piccolissimi». Ma perché non vuole rivelare dove li liberò? «Perché – sono state le parole della senatrice Dem a ‘Un giorno da pecora’ -, non è reato ma una persona pubblica come me forse non dovrebbe farlo. Io l’ho fatto per salvare 36 vite, e quindi credo di aver fatto bene». E’ una cosa di cui si pente? «No, anzi, lo rifarei». Non li avrà mica liberati al Bioparco? «Ammazza che genio, sono stupita…», ha detto sibilinna la senatrice. Dalla senatrice acnhe un commento alla polemica ‘vegana’ nata dallo spot della Motta. «L’umorismo ha sempre diritto di esserci, ma questa pubblicità forse è un po’ offensiva nei confronti di chi non vuole sentirsi discriminato solo perché non vuole avere nulla a che fare con lo sfruttamento e la morte degli animali».

(Foto di copertina: ANSA / ANGELO CARCONI)

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