FILM STASERA IN TV: Scusa ma ti chiamo amore, Federico Moccia e Raoul Bova raccontano l’amore proibito

SCUSA MA TI CHIAMO AMORE, LA RECENSIONE –

Scusa ma ti chiamo amore è il terzo film di Federico Moccia. Tratto dal suo terzo libro. I protagonisti sono solo due: il divo Raoul Bova e la giovanissima, allora e anche oggi, Michela Quattrociocche. Come sempre, il nostro, decide di andare sul sicuro e pescare nell’immaginario maschile l’ennesima fantasia basica. Se in Tre metri sopra il cielo c’era il rapporto tormentato tra il brutale e (finto)proletario Step e la borghesissima e sexy Babi (nomi straordinariamente scelti, concordiamo), in Ho voglia di te – definito dal critico Mereghetti “esempio di non cinema” – un’altra donna con un nome bellissimo (Ginevra) ridotto male da un nomignolo alcolico (Gin), ci offre una pruriginosissima scena erotica tra Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, ovvero l’altra, che resiste anche al ritorno del primo amore Babi, perché un uomo può amare, ma solo se lei che l’ha lasciato le dimostra ancora di volerlo fortissimo, per rifiutarla.

SMTCA 1

E in fondo è un peccato che nella pellicola non abbiano messo quell’imperdibile scena che nel libro omonimo c’era dell’hostess che rimorchia Step in aereo e con cui il nostro fa l’amore in un albergo appena atterrati. Mancava la scena dell’idraulico e della casalinga e c’erano tutte le fantasie base del cinema porno.

Qui, ovviamente, si punta più in alto, al punto più alto dei desideri maschili. Una giovane adolescente, una diciassettenne, che fa perdere la testa a un quasi quarantenne. Ora, non sorridete per favore, ma il protagonista è Raoul Bova. Ma, sia chiaro, il film risale a sette anni fa. Ed è girato come una fiction di serie B: stessi colori, stessi dialoghi, stessi colpi di scena. Cioé, nessuno.
Lei è Michela Quattrociocche, moretta bellissima e sufficientemente Lolita da far vibrare le corde dell’uomo più retto. Ora è madre delle figlie di Alberto Aquilani, Aurora e Diamante. Moccia deve averla traumatizzata e portata a questa scelta di bizzarri patronimici, visto che nel film d’esordio, Scusa ma ti chiamo amore appunto, fa parte di un gruppo di amiche che si fanno chiamare “Le O.N.D.E.” acronimo di Olly, Niki, Diletta ed Erica (che fanno sentire in colpa anche gli spettatori più moralisti). Lei è Niki. Raoul è un più banale Alessandro, essendo “un vecchio”. 

Se il film vi è piaciuto, sappiate che c’è un sequel: Scusa se ti voglio sposare. Non è uno scherzo, né una minaccia.

FedericoMoccia

SCUSA MA TI CHIAMO AMORE, LE FRASI –

“Scusa se ti chiamo amore, scusa se ho commesso io l’errore di amare te molto più di me”. E ancora “l’amore è come una partita di poker. Se non vai a vedere non potrai mai vincere”. Per non parlare di “le bugie sono temporanee sospensioni della realtà”. Non vi basta, allora godetevi anche “L’amore è una stella prestigiosa e bella, che ti accompagna nelle tue notti insonni, dove vorresti che tutto fosse come i tuoi sogni: facile da raccontare, ma difficile da vivere”. Certo, va detto che a metterti ko è la massima un po’ più prolissa che recita “l’amore è una stella prestigiosa e bella, che ti accompagna nelle tue notti insonni, dove vorresti che tutto fosse come i tuoi sogni: facile da raccontare, ma difficile da vivere”. Ma la migliore battuta, il nostro aforisma preferito, è “ci sono persone che nascono per sognare e persone che nascono per essere un sogno!”. L’impressione, dunque, da questa veloce scorsa alle parole più significative di Scusa ma ti chiamo amore è che sia vedendo questo film che alla Perugina abbiano deciso di affidare a Moccia la scrittura delle frasi dei loro Baci.

SCUSA MA TI CHIAMO AMORE, LE CANZONI –

Ironicamente la canzone più importante della colonna sonora del film, scritta appositamente per esso, con lo stesso titolo dell’opera cinematografica e che accompagna i suoi momenti più significativi, è stata composta e cantata da un gruppo chiamato Sugarfree. Senza zucchero. Sì, forse, ma a giudicare dal testo, i ragazzi sono smielati come pochi. Scusate se la chiamiamo musica, ma vi offriamo anche il videoclip, cliccato da allora quasi un milione e ottocentomila volte.

Nella soundtrack, le cose migliori di questo lungometraggio: Irene Grandi, Robbie Williams e Zero assoluto su tutti.

Share this article