La scheda elettorale alle Elezioni Politiche 2018

21/10/2017 di Donato De Sena

Come votare per scegliere i propri rappresentati alla Camera e al Senato? È una domanda che si chiedono molti elettori a pochi giorni o settimane dal voto, soprattutto se, come quest’anno, è appena entrato in vigore un sistema elettorale di non semplice comprensione. Per capire bene come esprimere la preferenza è opportuno dare un rapido sguardo alla scheda elettorale, che alle Elezioni Politiche 2018 sarà piuttosto diversa dalle precedenti.

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SCHEDA ELETTORALE ELEZIONI POLITICHE 2018

Innanzitutto va precisato che i modelli di schede elettorali per le Elezioni Politiche 2018 sono uno novità, perché relativi alla nuova legge di riforma del voto, denominata Rosatellum approvata definitivamente in Parlamento il 26 ottobre. La legge elettorale a differenza del cosiddetto Porcellum (un proporzionale con premio di maggioranza) prevede un doppio sistema di ripartizione dei seggi: il 64% dei deputati e dei senatori viene eletto con metodo proporzionale in collegi plurinominali con liste bloccate, il restante 36% viene invece eletto con metodo maggioritario in collegi uninominali. Ad ogni elettore vengono consegnate due schede elettorali: una per la Camera e una per il Senato. Su ognuna di esse devono essere espresse una preferenza per il proporzionale e una per il maggioritario. Ogni candidato nel collegio uninominale è sostenuto da una o più liste, che raccolgono i voti per la parte proporzionale. L’elettore deve scegliere uno dei nomi candidati nel collegio uninominale e una delle liste a lui collegate. Non è consentito il voto disgiunto. La lista votata nella parte proporzionale deve necessariamente essere una di quelle a sostegno del candidato scelto nella parte maggioritaria.

 

scheda elettorale elezioni politiche 2018
(Un modello di scheda elettorale allegato al disegno di legge denominato ‘Rosatellum’)

 

I simboli delle liste collegate al candidato nel collegio uninominale (maggioritario) sono indicate sotto il suo nome e cognome. Vicino ad ogni simbolo sono indicati invece i nomi e i cognomi dei candidati nella piccola lista bloccata nel collegio plurinominale (proporzionale). I nomi del listino non possono essere meno di 2 e più di 4. Essendo l’elenco bloccato i candidati vengono eventualmente eletti nell’ordine. Sono previste anche quote rosa, le quote di genere. Ognuno dei due sessi non può rappresentare più del 60% (e quindi non meno del 40%) dei candidati nei collegi uninominali (nella parte maggioritaria). E non può essere rappresentato in misura superiore al 60% nemmeno per quanto riguarda i capilista nelle liste bloccate (nella parte proporzionale). Nei collegi plurinominali è prevista anche la collocazione dei candidati secondo un ordine alternato di genere, uomo-donna o donna-uomo.

 

 

COME VOTARE

Con il Rosatellum si può esprimere la propria scelta in due modi: tracciando un segno sul simbolo della lista (vicino alla quale ci sono i nomi e i cognomi dei candidati nel collegio plurinominale) o sul nome del candidato nel collegio uninominale. Nel primo caso la preferenza si trasferisce anche al candidato del collegio uninominale. Nel secondo caso la preferenza si trasferisce anche alla lista, se il candidato è sostenuto da un solo simbolo. Se invece il candidato è appoggiato da una coalizione, da più formazioni politiche, si verifica un caso di voto disperso: il voto viene distribuito tra le liste dello schieramento proporzionalmente ai risultati in quella circoscrizione. Naturalmente è valido anche il voto dell’elettore che traccia un segno sia sul nome e il cognome del candidato nella parte maggioritaria e sulla lista o una delle liste che lo sostengono. È da considerare invece voto nullo quello di un elettore che traccia un segno nel rettangolo contenente il nome di un candidato al maggioritario e un altro segno nel rettangolo che contiene una lista che non sostiene quel candidato. La nuova legge elettorale ha anche previsto che nella parte esterna della scheda elettorale vengano riportate istruzioni per il voto. In un apposito rettangolo, sia sulla scheda della Camera che del Senato, viene riportata in carattere minuscolo la dicitura:

«Il voto si esprime tracciando un segno sul contrassegno della lista prescelta ed è espresso per tale lista e per il candidato uninominale ad essa collegato. Se è tracciato un seno sul nome del candidato il voto è espresso anche per la lista ad esso collegata e, nel caso di più liste collegate, il voto è ripartito tra le liste della coalizione in proporzione ai voti ottenuti nel collegio».

La scheda elettorale delle Elezioni Politiche 2018 è infine dotata di un tagliando antifrode, rimovibile e dotato di un codice progressivo alfanumerico generato in serie. È una delle principali novità di questa votazione. Il tagliando, che viene rimosso e conservato negli uffici elettorali prima dell’inserimento della scheda nell’urna, è un metodo per evitare il voto di scambio. Quando l’elettore riceve la scheda gli scrutatori devono segnare quel codice univoco. Quando poi, dopo aver votato nella cabina, l’elettore riconsegna la scheda agli scrutatori, questi devono controllare che il numero segnato e quello del tagliando siano uguali. In questo modo si impedisce lo scambio di schede già segnate. Prima di inserire la scheda nell’urna, infine, gli scrutatori rimuovono il tagliando antifrode per rendere la scheda anonima e non tracciabile.

(Ultimo aggiornamento il 23 novembre alle ore 19.00. Foto: le schede elettorali di una passata elezione politica. Fonte: archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ARCHIVIO / ETTORE FERRARI / DRN)

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