Sanità, gli esami più comuni cambiano così

Sanità, gli esami più comuni cambieranno così: molti accertamenti diagnostici, di solito prescrivibili in maniera del tutto libera da parte dei medici anche di base, saranno sottoposti a vincoli che già fanno protestare i camici bianchi, sostenuti dalle opposizioni al governo di Matteo Renzi. Prestazioni medico diagnostiche, esami per immagini, diventeranno a pagamento all’interno del servizio sanitario nazionale se non saranno strettamente necessari per il paziente, in base a evidenti sintomi.

SANITA’, GLI ESAMI PIU’ COMUNI CAMBIERANNO COSI’

Sono, scrive il Messaggero, oltre 200, su 1700 prestazioni fornite dal SSN, quelle che saranno colpite dalla spending review disposta con decreto: sono previste anche sanzioni pecuniarie per i medici che disporranno misure di analisi senza la presenza delle necessità diagnostiche previste dai termini. Il ministro della Sanità Beatrice Lorenzin afferma che “gli esami inutili costano al SSN oltre 13 miliardi di euro”, i medici di ogni ordine e specializzazione sono già pronti alla mobilitazione, appoggiati dalla minoranza interna del Partito Democratico e anche da settori dell’opposizione, scrive il Messaggero.

La Federazione degli ordini dei medici è pronta alla mobilitazione: «Siamo preoccupati per il definanziamento della sanità» spiega Luigi Conte presidente degli Ordini. E preoccupati anche che questa riduzione dei controlli possa generare ulteriori cause nei confronti dei medici. Gli ospedalieri della Anaao: «Non possono decidere i politici quali esami far fare ai pazienti». Pronti alla protesta anche la Fp-Cgil medici, l’Associazione chirurghi ospedalieri mentre le associazioni di cittadini e pazienti «si uniscono ai sindacati» afferma Cittadinanzattiva. «Su fisco e sanità ci sarà da discutere e discuteremo» commenta Pier Luigi Bersani. Luca Zaia presidente leghista del Veneto parla di « 208 inutili schiaffi ai malati e ai prescrittori»

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Ecco i principali esami che cambieranno.

  • Lo screening per il colesterolo: oggi è liberamente prescrivibile senza limiti di età del paziente, come screening precoce per infarto o ictus; con la nuova normativa sarà disposto per i pazienti di età superiore ai 40 anni e per chi ha rischi cardiovascolari o familiari: in assenza di valori di rischio, lo screening potrà essere ripetuto a distanza di cinque anni.
  • Le cure dentali ospedaliere continueranno ad essere garantite soltanto per le emergenze, gli interventi ordinari saranno a carico del SSN soltanto per soggetti sotto i 14 anni di età o in caso di difficoltà economiche.
  • Le risonanze alle ossa oggi vengono disposte con libertà a gambe, spalle, braccia, bacino quando si sospetta un danno a ossa o legamenti, senza la necessità di prescrivere prima altri esami. Con le nuove normative si potrà arrivare alla risonanza dopo aver disposto esami meno costosi, quali l’ecografia e la radiografia. Analogamente: la Tac alle gambe per soggetti anziani potrà essere disposta solo dopo una radiografia; se il paziente dovrà subire un intervento allora, prima della sala operatoria, la Tac potrà essere disposta a carico del SSN. Allo stesso modo, la risonanza alla colonna vertebrale potrà essere disposta solo in presenza di “forti dolori oncologici, di sospetta presenza di tumore, di infezione o nei casi in cui dopo un incidente si presentino complicazioni”.
  • I test per le allergie possono essere disposti attualmente anche dal medico di base, sia per verificare se esistono allergie o asme o altri disturbi. Con le nuove disposizioni, potranno essere a carico dello Stato soltanto se prescritti dopo una visita specialistica.
  • L’analisi dell’albumina, oggi prescrivibile senza limiti e utile a controllare il funzionamento del fegato – diagnosi quali epatiti dunque, e cirrosi – con le nuove normative sarà prescrivibile solo in caso di “sospetta malnutrizione, di patologie epatiche e/o renali. Se sono presenti altre condizioni di salute deve giustificare la decisione”
  • Il test dei villi coriali sulle donne in gravidanza dovrà essere disposto dal medico specialista – e non da quello generico – e se non rientra nelle “categorie a rischio” dovrà pagarlo.

Copertina: Getty Images

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