San Valentino: come le donne vedono il 14 febbraio

Se anche voi da qualche giorno, vi state ripentendo a mo’ di mantra “San Valentino è un giorno come un altro” prendetevi cinque minuti e leggete l’articolo di Non conto fino a dieci, che mette in fila le motivazioni femminili che portano a considerare San Valentino un giorno come tanti… che poi sarà davvero così.

Buona lettura.

Le donne che pronunciano questa frase nel giorno di San Valentino si dividono in due categorie: quelle che ci credono e quelle che fanno finta di crederci.

 

Quelle che ci credono, in genere, sono le fidanzate storiche: massì, quelle che non ricordi di aver mai visto senza fidanzato, quelle che non fanno altro che parlare di Ikea, terme e bambini anche l’otto marzo in un locale di spogliarellisti brasiliani. Quelle ormai diventate obese a furia de magnà Baci Perugina e aggiungerei depresse a furia di leggere i loro bigliettini del cazzo. Sono quelle che ormai a San Valentino non sanno più cosa inventarsi.

Ristorantino romantico? Fatto! (Poi basta co sto magnà, me devo mette a dieta!)

Cinema e aperitivo? Fatto! (Amò ma mica c’abbiamo ddu anni! Al cinema? Quanto sei triste!)

Weekend in agriturismo? Fatto! (Amò te prego, m’è bastata quella volta in mezzo al coro degli Alpini…)

Giornata alla Spa? Fatto! (Per carità, che poi me se gonfiano i capelli e me se stacca er french dai piedi!)

Le fanciulle, prese dal mal di vivere, si augurano inoltre di non ricevere i soliti clichè della ricorrenza. Niente peluche, visto che vantano una collezione che manco all’Albero Azzurro. Niente fiori, che ogni volta pare de sta al Verano. Niente trucchi o profumi, visto che i Bon Bon di Malizia stanno ancora lì sulla mensola a prendere polvere. In compenso, un solitario di Tiffany o una LV sono sempre ben accetti.

 

Alla seconda categoria appartengono le neo fidanzate o le irriducibili. Le prime, che comprendono anche le così dette “impicciate” (quelle che letteralmente “hanno un impiccio con tizio”, cinema/pomiciata/tanti saluti), prese ovviamente dall’entusiasmo della nuova relazione, partono alla ricerca del regalo perfetto e della mise perfetta. Trascinano la migliore amica (spesso fidanzata storica o peggio, zitella) su e giù per i centri commerciali, con la classica espressione da cocainomane ad occhi spalancati, il tutto condito da risolini idioti e una serie di “oddiooooo….siiiiiii…..mmmmmm…..ehehehehe” indecifrabili.

Le irriducibili, sono spesso fidanzate storichetravestite, che nonostante siano fidanzate dalla quinta elementare, non perdono l’entusiasmo per il giorno più romantico dell’anno. I messaggi subliminali (spesso minatori) vengono indirizzati al partner con largo anticipo, all’incirca un mese prima. Il povero disgraziato non fa in tempo a fare il regalo di Natale che già deve pensare a quello di San Valentino. Le irriducibili il quattordici di febbraio si acchittano manco fossero Rita Ripa di Meana: tacco, controtacco, strascico, girocollo di diamanti e pelliccia di visone. I loro top di pizzo lasciano pochi dubbi. Quelle scollature vertiginose, probabilmente appartenenti alle collezioni di Valeria Marini, ed esibite al momento del dessert, urlano chiaramente : “Amò comincia a scaldà la macchina!”

Per il povero boyfriend c’è poco da sperare.

Buona serata a tutte, single comprese, che sicuramente sapranno passare un ottimo martedì sera, in pigiama o in abito di pailletes, senza nessun portatore sano di pene ( sia in senso fisico che morale) al proprio fianco.

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