Il sacerdote che cade nella bufala della Boldrini che non vuole festeggiare il Natale nelle scuole

Le città stanno iniziando a riempirsi di addobbi natalizi e, come ogni anno a ridosso delle festività, torna la bufala di Laura Boldrini che considererebbe un errore festeggiare il Natale nelle scuole. Una falsa informazione che ha iniziato a circolare nel 2013 e che, come se non fosse bastato il fiume di inchiostro scritto sull’argomento, continua ad avere un certo seguito. A volte, questo seguito arriva anche da persone insospettabili: qualche giorno fa, l’ormai tradizionale card natalizia con il volto di Laura Boldrini è stata diffusa – grazie al suo account Twitter – dal sacerdote don Mirco Bianchi.

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Sacerdote diffonde bufala sull’idea di Laura Boldrini sul Natale nelle scuole

Quest’ultimo ha un seguito social (oltre 3mila followers su Twitter, per esempio) piuttosto ampio e sulla sua pagina Facebook si presenta come ‘personaggio pubblico’. Non ha mancato di pubblicare la card con la presunta frase sul Natale di Laura Boldrini. Una frase che l’ex presidente della Camera, tanto per ribadirlo per l’ennesima volta, non ha mai pronunciato, ma che è frutto di una manipolazione di una notizia fatta da un noto sito di diffusione di contenuti parziali come Tse-Tse (un tempo vicino al Movimento 5 Stelle).

Inevitabile, purtroppo, anche la conseguenza dello strascico di ripetuti commenti offensivi realizzati da diversi utenti che hanno trovato il tweet di don Mirco nel loro feed. Tra questi, c’è chi dice che la deputata «ha venduto l’anima al diavolo» o c’è chi invita l’ex presidente della Camera a «cucirsi quella fogna di bocca».

Non è la prima uscita infelice di don Mirco Bianchi sui social network: in passato ha avuto ripetuti confronti con le comunità LGBT per le sue esternazioni sulle coppie omosessuali e ha espresso anche delle controverse opinioni sull’accoglienza e sull’immigrazione (uno dei suoi ultimi tweet mette in evidenza alcuni citofoni con nomi tutti stranieri, commentati con la frase «Con tutto il rispetto: non è odio di rete ma realtà. Siamo in Italia, la mia amata Italia che mi ha dato i natali»).

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