Padre Pio a Roma come i Beatles: fra urla e selfie è delirio

Padre Pio a Roma. Una devozione senza confini: la città cattolica accoglie Padre Pio a Roma nella Basilica di San Lorenzo al Verano, dove il corpo del santo è arrivato dopo un viaggio di oltre 500 chilometri da San Giovanni Rotondo in Puglia. Oltre cinquemila persone lo attendevano davanti alla Chiesa del Cimitero di Roma, nel quartiere che una volta sbarrò la strada al corpo dell’ultimo Papa Re e che oggi accoglie la salma del santo frate.

PADRE PIO A ROMA FRA SELFIE ED ENTUSIASMO DEI FEDELI

Mauro Favale su Repubblica Roma racconta la giornata di devozione di Padre Pio a San Lorenzo, partendo dalla storia del quartiere.

Qui, in linea d’aria, saranno 100 metri da via dei Volsci, la strada un tempo dell’Autonomia romana che conserva ancora memoria del passato. In questo triangolo di asfalto, tra fiorai, marmisti e classico “indotto” cimiteriale, oggi ci sono gli abitanti della San Lorenzo cattolica. Come Aida, abruzzese, nella capitale «da una vita», che abita «qui dietro». «Sono scesa da casa — racconta davanti a marito e figlio — solo per Padre Pio. Sono stata tante volte a San Giovanni Rotondo, anche quando era una semplice chiesa», prima che diventasse il santuario di Padre Pio. La devozione per il santo di Pietralcina l’ha ereditata dal padre e dalla zia. «Lo prego sempre, anche in casa». Ma oggi, per quest’accoglienza, bisognava esserci. Lontanissimi, praticamente dimenticati, gli anni in cui gli abitanti di San Lorenzo scesero in strada per impedire un’altra traslazione, quella della salma di Pio IX, Giovanni Mastai Ferretti, l’ultimo Papa re, seppellito in qusta chiesa insieme, tra gli altri, ad Alcide De Gaspari. L’episodio è raccontato nella “Guida alla Roma ribelle” (autori vari, Voland edizioni, 2013) e risale al luglio del 1881. Allora il popolo assaltò il corteo partito da San Pietro con l’obiettivo di impossessarsi del corpo, difeso invece da papalini, polizia ed esercito. Arrivati a San Lorenzo, i devoti di Pio IX si dovettero barricare nella basilica e tumulare il feretro in fretta e furia.

 

Una storia passata, che gli abitanti del quartiere – giunti in massa ad accogliere Padre Pio – sembrano aver dimenticato. Le persone, i fedeli, anche da molto lontano vengono a vedere il santo di Pietrelcina, rosari in mano e le storie di chi conobbe, in Puglia, il frate santo.

Carla, invece, ha 70 anni, è di Firenze, ma vive a Roma non lontano da qui e lei Padre Pio l’ha conosciuto davvero: «Avevo 14 anni — racconta — ed andai a San Giovanni Rotondo per confessarmi. Avevo paura, non capivo una parola di quello che diceva, parlava dialetto stretto. Ricordo che aveva gli occhi di brace. Gli chiesi di essere sua “figlia spirituale”. Mi disse di sì». Gli anziani in attesa di passare i controlli di sicurezza sono la maggioranza. Alcuni intonano un rosario di gruppo, pregano o cantano. Altri si cercano tra la folla o si lamentano della confusione: una fila vera, in realtà, non c’è e ci si accalca davanti alle transenne, dall’unico varco che la polizia ha previsto per l’ingresso alla basilica. I più giovani (o quasi) sono un gruppo di seminaristi arrivati da Montefiascone, insieme al loro rettore, argentino («Da Buenos Aires — dice — stesso quartiere di Papa Francesco»). Vengono da Ucraina, Egitto, Nigeria, Scozia, Camerun, Tagikistan. Anche loro sono qui per Padre Pio. «Perché da confessore — dicono — aveva una straordinaria capacità di capire la gente ». Mentre parlano, lì di fianco, 4 ragazze distribuiscono a tutti, indistintamente, volantini di un locale con cocktail e cibo a prezzi super econocmici. D’altronde, siamo pur sempre a San Lorenzo.

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