Roma, denuncia all’Anac: «Marra non può essere dirigente». Raggi a riunione per ore con Frongia

15/11/2016 di Redazione

«Raffaele Marra non può essere dirigente». È quanto si sostiene in una denuncia presentata all’Anac (l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone) dalla Direr, l’associazione dirigenti e quadri direttivi della Regione Lazio.

 

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ESPOSTO ALL’ANAC DI CANTONE: RAFFAELE MARRA NON PUÒ ESSERE DIRIGENTE

Secondo il sindacato dei funzionari il fedelissimo di Virginia Raggi, confermato nei giorni scorsi alla guida del Personale capitolino, avrebbe violato il Codice di comportamento dei dirigenti pubblici controfirmando l’ordinanza con cui la sindaca M5S ha nominato suo fratello Renato a capo del neonato dipartimento Turismo. Ma non solo. Marra, si spiega nell’esposto della Direr, potrebbe non aver titolo a lavorare a palazzo Senatorio perché nullo il suo inquadramento, affetto da vizi insanabili. Lo racconta Giovanna Vitale su Repubblica:

Un durissimo j’accuse, suddiviso in due capitoli, che il sindacato dei funzionari chiede al presidente Cantone di accertare, adottando i provvedimenti conseguenti e provvedendo, nel caso le contestazioni risultassero fondate, a comunicarlo alla magistratura.
Il primo riguarda la “promozione” di Renato Marra da comandante di gruppo dei vigili al vertice di un dipartimento capitolino, con relativo avanzamento di carriera e 20mila euro in più di stipendio. Avvenuta grazie a due provvedimenti distinti: la procedura di interpello sulla rotazione dei capi degli uffici comunali e la successiva ordinanza sindacale di nomina, una firmata e l’altra co-firmata dal fratello Raffaele. Il quale, a giudizio della Direr, avrebbe invece dovuto astenersi per evitare il conflitto d’interessi previsto dal Codice di comportamento dei dirigenti pubblici, che vieta ai dipendenti di assumere «decisioni o attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado». Come i fratelli, appunto.
In sostanza Raffaele Marra avrebbe compromesso l’imparzialità dell’amministrazione comunale sia per non aver segnalato al locale responsabile dell’anticorruzione il suo legame di sangue con uno degli aspiranti alla dirigenza, sia per aver gestito la selezione a cui il congiunto Renato ha partecipato.

La questione è delicata. Non è l’unica grana per la Raggi. Come racconta ancora Vitale su Repubblica, la sindaca e il vicesindaco Daniele Frongia ieri si sono chiusi per tutto il giorno nello studio del primo cittadino per una riunione a due per disinnescare la mina che rischia di far saltare il M5S.

(Foto: ANSA / ANGELO CARCONI)

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