Roma, dal 2017 varchi a pagamento per entrare in città

Chi siete? Cosa portate? Sì, ma quanti siete? Un fiorino!” Non sarà lo sbadato doganiere del capolavoro di Massimo Troisi e Roberto Benigni a chiedere il pedaggio ai romani, ma uno dei tanti varchi elettronici che dal 1 gennaio 2017 limiteranno l’accesso all’anello ferroviario della Capitale.

LE TARIFFE – Il transito verrà vietato ad auto e autocarri Euro3, per tutti gli altri è previsto un sistema a “punti”. Ogni automobilista, residente al di fuori dell’anello ferroviario, avrà una dotazione di 120 punti, con alcune eccezioni di categoria non ancora definite. Una volta esauriti i bonus l’accesso sarà a pagamento. Le quote previste sono di tre euro per i veicoli Euro4, due euro per gli Euro5 e un euro per gli Euro6. Libero accesso invece per auto elettriche, ibride e deroghe per i veicoli alimentati a Gpl e metano.

NO AL TRAFFICO PRIVATO – Questo è solo uno uno dei punti di un più ampio piano generale del traffico urbano, redatto dall’assessore Guido Improta e in attesa dell’approvazione in giunta e del via libera del consiglio comunale. “Una volta entrato a regime – assicura lo stesso Improta – potremmo ridurre le tariffe di Ztl e strisce blu, a conferma del fatto che queste ultime per noi sono misure per limitare il traffico privato, non per fare cassa”. Sul Messaggero di oggi si legge che “l’80 per cento di quanto sarà incassato con questa riforma «verrà destinato al finanziamento di servizi e di opere per il potenziamento del trasporto pubblico e per i sistemi di mobilità alternativa La rivoluzione porterà anche all’emissioni di biglietti più economici per i mezzi pubblici, indispensabili come alternativa per chi deciderà di non raggiungere più il centro con i mezzi privati”, si dice dalla giunta, che però non spiega come la città possa sostenere nei mesi successivi all’attivazione del nuovo centro a pagamento un vero e proprio shock mobilità senza che si sia approntato un potenziamento dei mezzi pubblici in grado di sostenere la pressione dei cittadini pesantemente disincentivati all’utilizzo dei mezzi privati.

UNA CITTA’ PIU’ SOSTENIBILE? – Il piano traffico elaborato dalla Giunta punta comunque ad andare nella direzione di una città più sostenibile, con meno traffico e un trasporto pubblico potenziato. Perchè «Ogni anno perdiamo 135 milioni di ore a causa del traffico – ha detto Improta dopo aver presentato la settimana europea della mobilità – una battaglia per la conquista di uno spazio quotidiano che ognuno di noi vuole occupare con la propria macchina. Nella nostra città -ha evidenziato ancora- abbiamo oltre 970 macchine per ogni mille abitanti». La soluzione sembra quindi essere il bike sharing, servizio già introdotto con scarsi successi nel 2012 e reintrodotto a partire dal 2015 con biciclette a pedalata assistita. Nel centro storico sarà possibile noleggiare 120 biciclette elettriche. Resta il dubbio su come raggiungere il centro e su come evitare i furti e i danneggiamenti che hanno reso sostanzialmente inservibile l’analoga iniziativa della giunta Alemanno.

I FINANZIAMENTI – Servizio pubblico potenziato, aree pedonali, piste ciclabili, bike e car sharing, meno traffico e meno smog. Una prospettiva ambiziosa per una città che al giorno d’oggi offre due linee “e mezzo” della metropolitana e una azienda dei trasporti che non è in grado di pagare lo stipendio ai dipendenti. I finanziamenti previsti per la riduzione del ticket sulle le strisce blu, la riduzione del costo dei mezzi pubblici e il potenziamento degli stessi, arriveranno solo in seguito all’attuazione del piano. Solo il tempo riuscirà a dire se Improta e la giunta Marino verranno consacrati come eroi per aver portato Roma ai livelli delle altre capitali europee o se, veramente, “Non ci resta che piangere”.

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