Roma 2024, Coni: «No Olimpiadi? L’Aula deve votare». E c’è il rischio risarcimenti

21/09/2016 di Redazione

ROMA 2024

Addio Olimpiadi Roma 2024 dopo il niet del Movimento 5 Stelle e lo stop di Virginia Raggi in arrivo? Non sarà così semplice per i pentastellati, almeno secondo il Coni. Come spiega il quotidiano La Repubblica, Comitato olimpico si prepara alla guerra. Come? Per l’avvocato il sindaco di Roma «avrà un problema: ottenere dal Consiglio il ritiro della delibera votata l’anno scorso». Tradotto, serve un voto d’Aula. Ma non è l’unico nodo. Perché il legale prospetta anche una richiesta danni di 20 milioni di euro ai consiglieri comunali.

ROMA 2024, RAGGI OGGI ANNUNCIA IL NO. GUERRA CONI

Il motivo? La revoca della candidatura rischia di costare caro, perché nel giugno 2015, spiega il legale, «la città fu candidata dall’allora sindaco Marino in virtù di una mozione approvata in assemblea capitolina che lo obbligava a farlo. Su questa base Roma ha chiesto allo Stato di sostenere la sua corsa, anche economicamente. Lo Stato ha quindi accettato, escludendo altre città e mettendoci dei soldi». Si legge ancora sul quotidiano diretto da Calabresi:

«Un iter preciso, con un budget preciso, necessario a lanciare la sfida italiana al mondo dello sport. «Perciò, adesso, Roma non può dire allo Stato: ci ho ripensato, stavo scherzando», argomenta l’avvocato. «Al punto in cui siamo lo Stato dovrà necessariamente esigere il rimborso di quanto speso finora». Dunque Raggi, «che dice di avere come primo obbiettivo la tutela delle tasche dei romani, rischia l’effetto opposto: se revoca la candidatura espone le casse comunali, e quindi i cittadini, a risarcire lo Stato dei circa 20 milioni che Roma gli ha chiesto di investire. Se invece va avanti, ha la garanzia che i romani non tireranno fuori un euro, anzi riceveranno — se le Olimpiadi verranno infine assegnate all’Italia — 5 miliardi di finanziamenti ».

 

Ma non solo. Per il Coni rischia anche Raggi:

 

Oltretutto, per il codice civile, l’inquilina del Campidoglio corre il pericolo di dover mettere mano pure al suo, di portafogli: «Chi, con dolo o colpa grave, compie atti contrari ai doveri della corretta amministrazione provocando un danno erariale, si espone ad un eventuale accertamento della Corte dei conti». Un ragionamento di «buon senso» che, secondo l’avvocato, ha solide fondamenta giuridiche: «Per lo Statuto di Roma Capitale il sindaco deve eseguire la volontà espressa dal consiglio comunale », prosegue Pellegrino.

 

ROMA 2024, IL CONI: PER IL NO SERVE IL VOTO D’AULA

C’è poi il pressing per ottenere un intervento dello stesso Consiglio, un voto dei consiglieri. Ovvero, il Coni invita Raggi a “metterci la faccia”:

 

«Raggi avrebbe un ulteriore problema: ottenere dal consiglio il ritiro formale della delibera varata l’anno scorso. In tal caso saranno i consiglieri a doversi assumere la responsabilità nei confronti dello Stato». E né vale l’obiezione che allora a decidere fu una maggioranza di colore diverso rispetto a oggi: «Già al primo anno di università si impara il principio fondamentale della continuità amministrativa», taglia corto Pellegrino. «Quando un’istituzione assume impegni che comportano investimenti di altri Enti, la volontà politica deve lasciare il passo alla responsabilità amministrativa»

 

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